19 ottobre 2023 – Mosteiro de Batalha
Si è aperta la quarta edizione del convegno internazionale Architectures of the Souls (la prima nel 2017) nella splendida cornice portoghese del Monastero di Batalha, Patrimonio UNESCO.
Interessante e fresco il titolo del convegno “Religious Heritage. Understanding the past, shaping the future”, particolarmente centrato con il nostro tempo che ci costringe a progettare e ricercare continuamente saltando tra passato, presente e futuro.
Le due giornate di convegno sono intense ed eterogenee, con oltre sessanta relatori internazionali provenienti da Portogallo, Italia, Grecia, Romania, Ungheria, Regno Unito, Belgio, Stati Uniti, Spagna, Francia, Grecia, Germania, Finlandia, Norvegia e Lituania.
Una “piattaforma multidisciplinare” – spiega Rolando Volzone, uno degli organizzatori e promotori – per dialogare sui temi del patrimonio religioso secondo diversi tagli e interpretazioni, tra architettura, storia, paesaggio ma anche innovazione e tecnologia.
Caloroso il saluto del vice sindaco di Batalha che ricorda l’importanza di ritrovarsi in un “luogo dell’anima”, come il Monastero di Santa Maria da Vitória, per parlare di arte e architettura.
Il convegno si sviluppa su due principali temi, nelle due giornate: la storia e il patrimonio delle esperienze religiose, e il futuro del patrimonio religioso.
Dopo i saluti istituzionali, avviati da Joaquim Ruivo, Direttore del Monastero, la plenaria, tenuta da Dom Carlos Azevedo, vescovo e studioso di storia e architettura sacra, apre la prima giornata con il tema della valorizzazione del patrimonio degli ordini religiosi. Monsignor Azevedo ricorda l’importanza di conservare e valorizzare le “testimonianze di una umanità creativa”, mobili o immobili che siano, con tutti gli strumenti possibili: musei, archivi, esposizioni, digitalizzazione, e altro.
Le sessioni parallele del mattino si incentrano principalmente sui temi del patrimonio monastico e medievale, mostrando storie ed esperienze di cooperazione e rigenerazione di patrimonio religioso di diverse provenienze e tipologie (affreschi, monumenti, necropoli, chiese, complessi monastici ed eremitici). Alcune letture più percettive ci introducono, invece, ai “paesaggi della solitudine” e del silenzio, attraverso itinerari e incontri con patrimoni eremitici, monastici e santuari, diffusi e talvolta incastonati nel territorio, dove la lettura del paesaggio si mescola con quella dell’architettura.
Particolarmente di ispirazione il racconto di come le Fiandre – rappresentate da Kristof Lataire and Sara Vermeulen – stiano affrontando il tema del riuso dell’ingente patrimonio religioso tramite un “community-driven approach”, che riparte dallo spirito e dall’identità del luogo per ridonarlo alla comunità con nuovi usi e significati.
Il pomeriggio si apre con una profonda riflessione sul patrimonio monastico e francescano di Caroline Bruzelius, storica dell’architettura dalla Duke University (USA) mostrandone caratteri e significati per una comprensione e valorizzazione, a partire dalle loro “restless soul”. Victor Amestre e Sofia Aleixo (VMSA Arquitectos), raccontano,invece, un’esperienza costruita di messa in sicurezza e parziale riqualificazione di un convento francescano in Portogallo, in disuso da duecento anni e quasi ridotto a rovina, e di come la “memoria culturale” possa guidare un progetto contemporaneo rispettoso, al fine di conservare il luogo senza trasformarlo frettolosamente.
Le sessioni pomeridiane riprendono il tema del patrimonio monastico, tangibile e intangibile, attraverso la presentazione di alcuni casi studio specifici tra conventi e monasteri, come i gargoyles di Nossa Senhora da Conceição de Beja in Portogallo e i beni musicali del Royal
Monastery of São Bento da Avé-Maria.
Il pomeriggio volge infine alla chiusura con due sessioni parallele monografiche sul patrimonio gesuita e cistercense, tra Italia, Spagna e Portogallo, dove gli interventi mostrano uno spaccato di ricerche e metodologie di indagine sul patrimonio monastico.
La giornata si chiude con la presentazione della prima edizione in lingua inglese del volume “Chronicles of Fernão Lopes” da parte del professor João Gouveia Monteiro, dell’Università di Coimbra, con alcuni membri del comitato editoriale, libro che racchiude le cronache del regno di Pedro I (1357-67), mai tradotte integralmente sinora.
Bello, anche se talvolta disarmante per una sola giornata, questo continuo passaggio dall’universale al particolare, dal singolo al multi-scalare, dalla storia alla contemporaneità, versatilità a cui forse siamo poco avvezzi nei nostri convegno di settore, ma che certamente racchiude una preziosità da salvaguardare.
La giornata ha visto susseguirsi sul palco storici dell’arte, dell’architettura, della letteratura, architetti, restauratori e teologi con una complessità elevata di tematiche e articolazioni intorno al passato e al presente del patrimonio religioso, e, per la verità, principalmente monastico – forse perché tema più “urgente” rispetto ad altri – che sicuramente, nonostante qualche criticità di intesa e linguaggio, ci lascia uno spaccato eterogeneo e interessante di una comunità scientifica internazionale all’opera.
Francesca Daprà