L’annuale convegno liturgico internazionale di Bose, il XIII della serie, un appuntamento unico nel suo genere in Europa, dedicato alla luce naturale nelle nuove chiese, frutto della collaborazione tra la comunità di Bose e l’Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici della CEI, si è svolto nei giorni 4, 5 e 6 giugno 2015, (il programma si può reperire sul sito www.monasterodibose.it) di fronte a un pubblico assai folto (circa 240 persone tra docenti, studiosi di liturgia, architetti e artisti provenienti da numerosi Paesi europei e americani). I lavori si sono svolti nel monastero di Bose, piccola borgata del Comune di Magnano, in provincia di Biella. Tutta la comunità monastica, fratelli e sorelle, come di consueto, si è prodigata per la buona riuscita del convegno predisponendo una ospitalità degna, un preghiera avvincente in un ambiente agreste che era un invito alla pace. Il dibattito ha avuto i suoi tempi ed è stato vivace. Era presente l’arcivescovo Job di Telmessos, delegato del patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli. Ancora una volta il ritmo e l’ambiente della vita monastica si sono rivelati particolarmente adatti a favorire l’incontro e il dialogo tra tante persone, oltre a una riflessione non accademica, ecumenica, di alto livello sulla relazione tra liturgia architettura e arte . Era presente al completo anche il comitato scientifico al quale compete la scelta dei temi, la definizione del programma e la ricerca dei relatori del convegni: fr Enzo Bianchi, che ne è il presidente, mons. Stefano Russo della CEI, fr Emanuele Borsotti liturgista (Bose), fr. Goffredo Boselli liturgista (Bose), prof. Albert Gerhards liturgista (Bonn), don Angelo Lameri liturgista (Roma), Andrea Longhi storico dell’architettura (Torino) e Keith Pecklers, gesuita, liturgista (Roma).
La prima sessione si è svolta nella chiesa del monastero ed è stata dedicata alla presentazione a due voci (fr Enzo Bianchi e fr Philippe Markiewicz) della chiesa stessa e della sua luce, con un ricordo della piccola e povera chiesa che ospitò nei primi diciassette anni la comunità in preghiera. Il programma complessivo del convegno è stato illustrato da Albert Gerhards. Le altre quattro sessioni si sono svolte nell’auditorium, ricavato sotto la chiesa, aperto verso la spettacolare visione delle Alpi.
La riflessione sulla luce nelle chiese ha preso le mosse da tre fondamentali punti di vista convergenti: la Scrittura (con la relazione di Jean – Pierre Sonnet, gesuita), la liturgia (con la relazione di Angelo Lameri) e la storia (con la relazione di Andrea Dall’Asta, gesuita). Una seconda relazione sulla esperienza della luce nella liturgia (di Paolo Tomatis) ha aperto poi una serie di contributi che hanno occupato per intero le altre tre sessioni del convegno. In particolare, le relazioni che si sono susseguite sono state dedicate a casi significativi a partire dalle opere di Le Corbusier (che potremo leggere negli atti, dal momento che il relatore Giuliano Gresleri non ha potuto essere presente), alla luce nelle chiese del nord Europa (Sigurd Bergmann), all’analisi attenta dei problemi progettuali (Donatella Forconi), alla luce in edifici storici in Germania (Martin Struck), alla singolare cappella del seminario di Braga in Portogallo (Joaquim A. Felix De Carvalho). Trattando della luce naturale nelle chiese era inevitabile incrociare il tema delle vetrate; a questo argomento hanno dato un contributo notevole Denis Coutagne e padre Kim En Joong, domenicano di origine vietnamita, artista di fama internazionale, autore di numerose vetrate nelle chiese francesi. Nella sessione conclusiva è stato dato spazio alla appassionata testimonianza di Santiago Calatrava Valls (che ha commentato alcuni dei suoi progetti) e alla presentazione della chiesa di Santa Maria a Marco di Canaveses, opera molto nota di Alvaro Siza Vieira (che, purtroppo, non è potuto intervenire di persona).
Ora non resta che attendere la pubblicazione degli atti del convegno, prevista per il 2016, che andranno ad arricchire la serie dei dieci volumi frutto dei convegni di Bose (dedicati all’altare, all’ambone, all’orientamento dello spazio liturgico, al battistero, all’assemblea, al rapporto chiesa città, al rapporto liturgia arte, all’adeguamento liturgico, alla nobile semplicità e alla dimensione cosmologica dell’architettura per la liturgia).