In questi giorni di quarantena forzata tutti noi viviamo un senso di soffocamento e di fatica. Chiusi nelle nostre stanze, ci sentiamo come in una prigione, cercando di mantenere le relazioni con l’esterno attraverso i social, ma vivendo spesso un senso di frustrazione. Tuttavia, almeno un contatto reale con l’esterno è possibile: attraverso la finestra. Da questa apertura possiamo vedere gli altri che, animati dal nostro stesso desiderio di incontrare qualcuno, si affacciano per salutarci, per cantare, per scambiare una parola, come sta accadendo in questi giorni. Non solo, è inutile nasconderlo, chi di noi almeno per un istante non ha desiderato spiare come un voyeur quello che accade dietro quei vetri, intravedendo vite che non ci appartengono?
Con Archiwindows, l’architetto, grafico e illustratore Federico Babina – col suo inconfondibile stile efficace e divertente, sintetico e immediato – ritrae come grandi occhi le finestre di 25 grandi architetti, riprendendo i loro progetti più significativi: da Louis Kahn a Toyo Ito, da Steven Holl a Mies van der Rohe, da Anton Gaudì a Daniel Libeskind. In realtà, in queste immagini la finestra diventa l’occasione per riflettere sull’architettura, sulla relazione pieno/vuoto, ma soprattutto sulla luce da cui intuiamo come l’architetto ha pensato lo spazio oltre l’apertura. La finestra diventa allora l’occasione per dischiudere un mondo, fatto di architettura, certo, ma soprattutto di intimità e di relazioni. Insomma, dietro quel mondo, ci siamo noi.
Andrea dall’Asta SJ
Direttore Galleria San fedele, Milano
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