BOSE, L’ULTIMA GIORNATA DEL CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE SULL’ALTARE

Monastero di Bose

XVII CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
L’ALTARE

Recenti acquisizioni, nuove problematiche

Bose, 1 giugno 2019

Terza e ultima giornata di lavori per il convegno di Bose; giornata che si apre nel segno della Francia, con il noto architetto parigino Jean-Marie Duthilleul che interviene, coadiuvato e supportato dalle competenze del liturgista Gilles Drouin (Institut Supérieur de Liturgie, Paris), sul tema della riconfigurazione dello spazio sacro. I due si alternano più volte al microfono, con l’intenzione di esprimere con questa strutturazione polifonica dell’intervento la loro chiave di pensiero costruita sulle idee di sinodalità e di scambio reciproco. I contenuti della relazione vertono su alcuni casi – gli esempi sono tutti di chiese, antiche e moderne, situate in Francia – di ridefinizione geografica dei luoghi della liturgia e di conseguente rimodellazione della forma dell’assemblea.

Il cuore di queste proposizioni è proprio l’altare, sovente collocato al centro della comunità dei fedeli; in questo modo, il rapporto tra chi officia il rito e chi vi partecipa, divenendo più dinamico e plastico, acquista una nuova vitalità.

Alla densissima relazione di Drouin e Duthilleul fa seguito un pirotecnico e coinvolgente Ignacio Vicens y Hualde, architetto madrileno da anni impegnato, oltre che nell’ideazione di edifici, anche nella progettazione di architetture liturgiche effimere. Il discorso è stato sviluppato a partire dagli interventi realizzati per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid del 2011, presieduta dal pontefice Benedetto XVI. Vicens y Hualde ha illustrato il processo di genesi creativa del suo progetto, approfondendo anche gli aspetti legati all’impiego dei materiali e alle scelte tecniche imposte da esigenze organizzative.

Alla fiammeggiante e robusta eloquenza spagnola è seguita poi, con una totale variazione di registro, un’amabile distensione: un ampio e profondo respiro in compagnia del colore di Ettore Spalletti. Prima, sono gli ultimi venti minuti del documentario sull’artista – ieri le tempistiche del convegno non avevano reso possibile la visione completa del video – a introdurre lo sguardo del pubblico nel suo raffinatissimo mondo di forme e di colori, fino ad arrivare alla cappella della clinica di Villa Serena a Città Sant’Angelo (2016); poi, è l’artista stesso che, invitato a sedere di fronte agli auditori, esprime alcune essenziali parole in merito al suo lavoro.

L’ultimo capitolo della giornata termina così, con questa breve e intensa esplorazione del colore, e con un dibattito in cui alle ardite curiosità ermeneutiche del pubblico fa da riscontro un affascinante silenzio, trasformatosi solo qui e lì in qualche preziosa e minimale osservazione.

Mentre le immagini delle opere di Spalletti continuano a vivificare una diffusa e generale suggestione, Enzo Bianchi sale sul palco dei relatori con grande discrezione e, con un’asciuttissima e sintetica formula, chiude ufficialmente i lavori del XVI Convegno Liturgico Internazionale di Bose; un convegno che, ampliando l’orizzonte delle conoscenze, e, soprattutto, problematizzando alcune questioni, ha già in parte reso fertile il terreno per le attività di ricerca che prenderanno forma nell’anno a venire.

Stefano Agresti


Per approfondire il progetto della cappella e sale del commiato di Villa Serena di Ettore Spalletti e Patrizia Leonelli

ETTORE SPALLETTI E PATRIZIA LEONELLI, CAPPELLA E SALA DEL COMMIATO DI VILLA SERENA | CITTA’ SANT’ANGELO

La foto di copertina è tratta dall’articolo del 13 aprile 2017 su www.themaprogetto.it ©Werner j. Hannappel. Tutti i Diritti Riservati

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