Monastero di Bose
XVII CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
L’ALTARE
Recenti acquisizioni, nuove problematiche
Bose, 30 maggio 2019
Quale è l’origine dell’altare? All’insegna di questo interrogativo, posto con estrema serietà e piena coscienza della complessità della questione da Padre Enzo Bianchi nel suo discorso inaugurale, si sono aperti i lavori del XVII Convegno Ecumenico Internazionale al Monastero di Bose.
Il tema dell’altare, già affrontato nella medesima sede nel 2003, torna al centro del dibattito, con nuovi interlocutori, nuove problematiche da affrontare, nuove ipotesi, nuovi punti di vista. Padre Bianchi inquadra subito l’area di ricerca, tutta concentrata attorno all’esplorazione della dimensione simbolica, semantica e liturgica di quello che è uno degli elementi centrali dell’architettura sacra e del rito; e lo fa richiamando l’attenzione generale sul concetto originario di “tavola del Signore” (tràpeza Kyriou in greco antico), e auspicando, di fronte al numeroso pubblico internazionale del convegno – sedici sono le nazioni da cui provengono relatori e auditori – il recupero di una visione sinceramente evangelica.
All’introduzione di Padre Bianchi, arricchita da significative citazioni dalle Scritture e dalle fonti storiche, è seguito l’intervento di Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della CEI. Specificando come l’altare non sia un semplice “oggetto, ma il luogo della celebrazione”, Pennasso ha introdotto una delle questioni centrali che attraverseranno l’intero arco del convegno: l’adeguamento liturgico; tema ripreso ed esteso poi da Giuseppe Capocchin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti e Pianificatori.
È seguita poi la lettura di due messaggi: quello di Mons. Parolin, Segretato di Stato della Città del Vaticano, che ha trasmesso attraverso una breve ma intensa lettera i suoi auguri, e quella di Mons. Russo, Segretario Generale. A chiudere la fase di apertura del convegno è stato infine l’Archimandrita Athenagoras del Patriarcato Ecumenico, che ha messo in rapporto le differenti ma vicine visioni dell’altare del mondo ortodosso e di quello cattolico.
I lavori veri e propri sono cominciati con il Prof.Martin Ebner (Rheinische Friedrich-Whilhelms-Universität, Bonn); il docente e pastore tedesco ha inaugurato un cammino di riflessione storico-documentaria sull’origine e sulle trasformazioni dell’altare, continuato poi con la brillante relazione congiunta della Prof.ssa Manuela Gianandrea (Università di Roma “La Sapienza”) e della dott.ssa Elisabetta Scirocco (Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte, Roma), incentrata sul periodo compreso tra il IV secolo e il XIV secolo d.C. Nel pomeriggio, le fila del discorso sono state riprese dal Prof. Gianmario Guidarelli (Università degli Studi, Padova), con la sua disamina del percorso dell’altare in epoca rinascimentale.
Il Prof. Domink Jurczak (Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo, Roma) ha invece offerto il suo punto di vista di liturgista nell’affrontare l’articolato dibattito nato a partire dalla pubblicazione nel 2007 del motu proprio Summorum Pontificum, redatto da papa Benedetto XVI. La giornata si è chiusa con una vivace discussione, con cui il pubblico ha potuto relazionarsi direttamente con i relatori di giornata.
Stefano Agresti
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