La Cappella Cheia de Graça è uno spazio innovativo situato all’ingresso della cappella della Imaculada Conceição, nel seminario di Nossa Senhora da Conceição a Braga (Portogallo). Il progetto si è concentrato nel rifacimento della cappella e del coro superiore, trasformandolo in un ambiente riservato agli utenti del Seminario. È stata mantenuta l’altezza totale e le pareti esterne dello spazio a disposizione, lasciando la “pelle” di pietra esistente esposta nelle sue qualità scultoree attorno alle cappelle.
La Cappella Cheia de Graça (Capela Imaculada) è realizzata in legno, modulando il sistema di montanti che la sostanzia ed è composta da diversi pezzi che creano una struttura presentata come una foresta all’ingresso dello spazio sacro. Il suo altare definisce una forma e uno luogo interno al primo livello. I suoi pilastri, come tronchi d’albero, creano uno spazio di transizione e di filtro al piano terra.
Una volta di cemento circonda i due spazi sacri – della Imaculada Conceição e della Cheia de Graça – imponendosi semplice, leggera e sospesa nello spazio, sfidando la propria materialità. Le asole nella volta, che proseguono nelle pareti di cemento, creano momenti di apertura, permettendo di filtrare la luce del sole e di conferire un rigore “quieto” e una maggiore dignità agli elementi strutturali della copertura. Essa crea insieme agli altri elementi uno spazio di assoluto “silenzio irrequieto” che conduce all’introspezione.
La volta in cemento ha uno spessore di 12 cm ed è sostenuta da una struttura in acciaio quasi impercettibile all’osservatore. Lo spazio è inoltre dotato di una qualità acustica speciale. L’impiego di pannelli acustici in copertura e la forma allungata della volta consentono prestazioni ottimali. Ciò porta ad un altro livello di interpretazione spaziale, permettendo all’ambiente interno di essere rivelato dal suono, creando un dialogo tra lo spazio e l’utente. Sotto la volta, la Cappella Cheia de Graça rivela la sua forma cilindrica, favorendo l’incontro, il raccoglimento e l’introspezione. Sullo sfondo, una fessura nel marmo si eleva, retroilluminata naturalmente, trasportando lo spettatore verso un’altra dimensione fisica e spirituale.
Così, grazie alla sua composizione e alla sua proporzione è stato conferito a questo spazio un livello di intelligibilità e una dimensione spirituale, consentendo il dialogo tra lo spazio, l’individuo e il divino.
IMAGO – ATELIER DE ARQUITECTURA E ENGENHARIA
traduzione di Cecilia Santanchè
credits:
Antonio Jorge Fontes
André Fontes
Asbjörn Andresen