Chiesa della Beata Vergine Maria, Verona, studio Archingegno.

Negli anni ’30 il pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca inaugura le prime case del “Villaggio Dall’Oca” nella periferia della città di Verona: destinato a diventare il quartiere degli sfrattati dal centro storico, prenderà successivamente il nome di Borgo Nuovo, attraversando decenni di degrado fino all’inizio di un rilancio degli anni ’90, quando l’intera area si è trovata ad avere – all’interno delle espansioni veronesi – una nuova centralità.

Quest’ultima solo recentemente affermata con la realizzazione del complesso parrocchiale della Beata Vergine Maria, progettato dallo studio Archingegno, degli architetti Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli, che si è aggiudicato nel 2007 il concorso di progettazione indetto dalla Curia di Verona; la realizzazione, che prevedeva anche la demolizione di una chiesa preesistente, si è conclusa nel 2018.

Di fronte alla tomba di Angelo Dall’Oca Bianca si erge il campanile della nuova chiesa, in cemento armato bianco, sormontato dalla metallica cella campanaria, che segnala lo sviluppo dell’alto volume dell’aula sacra coronato dal grande lucernario che lascia bagnare di luce naturale il presbiterio.

La facciata della chiesa si apre su una piazza alberata attraverso un sistema di quinte che propongono un percorso di graduale ingresso all’aula delle celebrazioni liturgiche: al centro della facciata, rivolta verso la piazza principale del quartiere, è stato ricollocato il rosone della chiesa preesistente, realizzato negli anni ’50 dall’artista Salvatore Cavallini.

Lo spazio interno presenta pareti che curvano verso l’altare, costituite dalla sequenza di alte quinte in legno sospese, a circa tre metri di altezza, alle pareti in muratura, tramite profilati metallici e sormontate da un controsoffitto a velario con uno stacco che lascia entrare molta luce. L’altare è inquadrato da una parete di fondo con una sequenza di lamelle lignee verticali, su cui spicca il crocifisso di Tito Amodei.

Un ideale percorso trasversale mette in relazione l’accesso alle opere parrocchiali con lo spazio del fonte battesimale, nel quale il gruppo scultoreo di Hermann Josef Runggaldier descrive, in un giardino di ciottoli, il battesimo di Cristo nell’acqua del Giordano e il procedere di una famiglia di statue in bronzo verso l’evento. A fianco c’è una piccola cappella feriale.

Tra l’aula principale e la penitenzieria è stata realizzata una cappella dedicata all’adorazione dei Santi, con luce che piove dall’alto; si presenta come una “teca della nostalgia” nella quale sono esposte parti della chiesa demolita: le figure dei santi e le vetrate artistiche degli anni ’50, realizzate da Salvatore Cavallini; le pareti raccontano la chiesa preesistente e la storia della comunità di Borgo Nuovo.

Il tema della luce, come in ogni buon progetto di chiesa moderna o contemporanea, è stato sviluppato in ognuna delle azioni architettoniche messe in campo, con un atteggiamento in equilibrio tra uso poetico e interpretazione devozionale: dal rosone ricollocato, al distacco tra velario e pannelli lignei, al lucernario sull’altare, ai sistemi di illuminazione di cappella dei Santi e fonte battesimale, alle interessanti pitture dell’artista Gabriella Furlani.

Il progetto si è sviluppato parallelamente allo studio della luce; la forma, che deriva dal luogo e dalla funzione, è stata pensata come volume al cui interno è stato inserito un sistema di captazione e filtraggio della luce al fine di scolpire la luce e l’ombra. Il risultato è uno sdoppiamento visivo tra la piana complanarità dell’esterno – volutamente ridotta all’elementarismo ascetico dei volumi e delle pareti – e la plastica articolazione del guscio ligneo interno: come in un gioco di scatole, dove alla nettezza del recinto murario è affidato il compito di proteggere l’unicità dello spazio sacro. Ora, anche grazie alla luce, la chiesa sembra possedere un’atmosfera senza tempo: un rifugio dove le persone possano ritrovare bellezza e spiritualità.” (dalle relazioni degli autori del progetto)

Carlo Pozzi

 

Chiesa Beata Vergine Maria, Verona 

Progetto : Archingegno 

committente: Parrocchia Borgo Nuovo Verona

concorso vinto nel 2006

realizzazione 2018

foto di Maurizio Marcato per gentile concessione dello studio Archingegno

 

spunti

 

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