La Chiesa di Milano e EXPO 2015

Intervista a monsignor Luca Bressan,
Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale, Arcidiocesi di Milano

 

«La Chiesa sarà in Expo per ricordare che “non di solo pane vive l’uomo”: il Papa ci chiede di portare in Expo la dimensione mistica, ossia l’apertura a Dio. Il metodo che useremo è quello della denuncia e della proposta, che usa spesso anche Papa Francesco, per far vedere che la Chiesa non è una maestra acida, ma è capace di mostrare, in positivo, nuove pratiche».

Sono quattro le direzioni su cui si articolerà il messaggio della Chiesa al mondo in occasione di Expo: ecologica, economica, educativa e religiosa. Quanto all’aspetto ecologico – sottolinea Luca Bressan – dobbiamo ricordare che «quando Dio ci nutre, crea il mondo e ce lo consegna».

Monsignor Luca Bressan riferisce che è stata lanciata anche una collana editoriale apposita per vivere l’EXPO 2015 da cristiani. È questo l’obiettivo dei piccoli testi per la riflessione personale e in comunità contenuti nella Collana “Pane Nostro”. Si tratta di un’iniziativa dell’arcidiocesi di Milano in collaborazione con EMI: sono già stati pubblicati “Custode, non tiranno. Per un nuovo rapporto tra persona e creato” di Pierangelo Sequeri, “I bravi manager cenano a casa. Mangiare in famiglia fa bene a tutti” di Luigi Ballerini, “La cucina del Risorto. Gesù cuoco per l’umanità affamata” di Giovanni Cesare Pagazzi, e “Alla tavola di Dio con l’umanità. Idee e domande di fede intorno a Expo 2015” di monsignor Luca Bressan.

 

L’EXPO 2015 necessariamente dominerà sempre di più il dibattito nei prossimi mesi a Milano. Questo genere di evento nasce a metà Ottocento con finalità prettamente tecnologico-commerciali, anche se ora acquisisce il senso di “city-marketing” nel mondo globale, percorso da crescenti flussi turistici. La Chiesa è coinvolta come non mai in questo evento: come vi si inserisce, quale messaggio vi può aggiungere? L’idea del Padiglione dove nasce, come si sviluppa?

La Santa Sede è sempre stata presente a EXPO già dagli inizi con Papa Pio IX perché ritiene che EXPO sia una piazza culturale nella quale vale la pena esserci per proporre la nostra visione del mondo e anche il contributo che il cristianesimo dà alla Cultura. E dentro questo contesto, anche la Santa Sede vuole aderire alla richiesta dell’invito di EXPO e aderendovi ha deciso di portare con sé la Diocesi di Milano e la Chiesa Italiana. La responsabilità del Padiglione è della Santa Sede, ma le presenze sono tre. A maggior ragione quest’anno il tema si prestava alla presenza della Santa Sede: il tema del nutrimento è quello del Pane è per noi un simbolo fondamentale.

 

Per quanto l’architettura e l’arte sempre siano state espressioni della cultura dei popoli e delle civiltà, e per quanto anche in passato gli architetti e gli artisti migliori siano stati personalità note e ammirate, il fenomeno degli archistar è tipico della nostra epoca dove la comunicazione globale e lo spettacolo sono diffusi come non mai. Molti a fronte di questa cultura dominante, tendono a preferire un ritorno alla chiesa edificio intesa come casa: se non dimessa, certo non cospicua, evidente, e tanto meno ricca.

Una Chiesa rappresentata più dalle persone e dalle attività che esse compiono, che dalle opere d’arte. Come si pone la Chiesa ambrosiana in tale contesto? Quale è il messaggio che la Chiesa di Milano vuole dare all’EXPO 2015?

La domanda è veramente interessante e complessa e richiede tre tipi di risposte.

1.La prima risposta riguarda la sensibilità culturale. Viviamo in un’epoca che purtroppo ha perduto molta sensibilità culturale: la gente fatica a fruire l’arte e la fruisce in modo consumistico. Purtroppo si fatica a vedere l’arte come il luogo che permette di interrogarsi e di vedere la realtà profonda, interrogarsi sull’invisibile e sulla propria identità e riconoscere la traccia di Dio.

  1. La seconda risposta: veniamo da un passato in cui si è molto sperimentato, soprattutto dopo il Concilio. In questi decenni di sperimentazione nella Chiesa abbiamo provato tutto e anche gli eccessi, e quindi la gente fatica a intuire le strade che stiamo prendendo. Comunque, va detto che il Post Concilio ha sottolineato la bellezza della sobrietà, uno stile benedettino, e raccogliamo in questo nuovo millennio l’intuizione del Barocco ossia che la ricchezza simbolica possa parlare alla gente.
  2. Per quanto riguarda il terzo punto della risposta, il cattolicesimo lombardo e italiano in generale sta cambiando molto. Abbiamo sempre più cattolici di altre etnie e di altre nazioni. Inoltre, la presenza ortodossa a Milano ci permette di tornare a recuperare l’arte come strumento per comunicare e per pregare.

 

Milano è sempre stato importante crocevia di popoli e culture, ancor oggi ospita moltissime comunità nazionali della più diversa provenienza. In che modo e con quali strumenti e finalità si sviluppano i rapporti tra Chiesa ambrosiana e nuovi immigrati? Come la Chiesa di Milano si pone di fronte a una nuova Milano che sta assumendo un nuovo volto?

Nei fenomeni culturali un’istituzione come la Chiesa è come le altre istituzioni: è sempre in ritardo, e per la Chiesa vale l’analogo che l’urbanistica insegna per le case. Solitamente noi usiamo le case per scopi diversi da quelli che erano stati pensati nel momento della loro costruzione. Occorre dire che il discorso che sta facendo il Cardinale Angelo Scola, legato alla Chiesa italiana del “Nuovo Umanesimo”, è che occorre che il cambiamento abbia tutti i registri possibili che permettano di comunicare e di costruirsi. Qui si innesta il senso di una presenza nostra all’EXPO: dobbiamo vedere, anzitutto, come nutriamo l’uomo in tutte le sue dimensioni. L’EXPO 2015 segue il tempo liturgico, quindi il Tempo di Pentecoste e il Corpus Domini – e qui occorre fare capire al cristiano che la stessa liturgia sottolinea come Dio ci nutre – e la festa del Creato nel mese di settembre.

La partecipazione della Caritas Ambrosiana avviene nell’ambito dell’accordo (Participation Agreement) firmato l’11 ottobre 2012 con la Società Expo 2015 da Caritas Ambrosiana, Caritas Italiana, Caritas Internationalis e in stretta connessione con le iniziative che la Diocesi di Milano e la Santa Sede stanno progettando nelle comunità cristiane locali, che sono naturalmente i destinatari privilegiati degli eventi Caritas del semestre Expo 2015.

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