COMMON GROUND. PROGETTO PER UN POLO MULTIRELIGIOSO

Il progetto “Common Ground” nasce da un incontro culturale tra il sottoscritto e l’Architetto Karim El Achak di Marrakech che ha visto uno scambio di vedute sul tema di come l’architettura possa dare risposte e indicazioni sulla convivenza religiosa, dando risposte a problemi culturali attuali. Pertanto “Common Ground”, che è stato pensato e progettato dall’Arch. Nicola Setti con grande capacità, è un progetto che punta a dare una risposta alla possibile coesistenza delle tre religioni monoteistiche: l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islamismo, questo in un’ottica globale e non mirata ad un luogo geografico specifico. Il progetto nasce dall’idea di voler creare un ambiente che contenga i tre luoghi di culto che per tipologia, pratiche religiose ed aspetti funzionali non possono coesistere in uno spazio unico, mantenendo comunque separate le tre individualità con l’aggiunta di uno spazio culturale e di una zona esterna che rappresentano i luoghi d’incontro per le comunità dove si possono sviluppare i rapporti e gli scambi culturali necessari all’integrazione. Il linguaggio architettonico sviluppato risulta essere semplice e facilmente adattabile sia per forma che per tecnica costruttiva ai differenti luoghi nel mondo in modo tale che sia agevolmente realizzabile ovunque; non un’architettura monumentale di ampie dimensioni, ma una costruzione che si interfaccia con le dimensioni della città a scala quartierale. Un progetto che da un’indicazione alla collettività, una risposta concreta e reale e possibile. Pensato sia per le liturgie quotidiane che per quelle dei principali giorni di culto e che possa facilmente integrarsi in qualsiasi periferia sia nelle grandi città africane, in costante espansione, sia nei centri di grandi metropoli mondiali già esistenti.

Correlatore – Arch. Andrea Mannocci

 

L’architettura modifica lo spazio, modifica l’ambiente, l’urbanistica ma soprattutto le relazioni sociali e personali. Sulla base di questo concetto fondamentale si è cercato di concepire un luogo che possa permettere alle persone di interagire, conoscersi e  abbattere i confini culturali e religiosi pur mantenendo viva la propria identità. Il polo multi religioso è stato sviluppato in un’ottica generale tale che possa essere inserito in ogni parte del mondo, che non sia legato ad un luogo specifico ma che si prefiguri come un’architettura mutevole nella forma e nei colori al fine di integrarsi nelle varie realtà territoriali.

Lavorando sui differenti concetti di natura ideologica, religiosa, culturale e simbolica, approfondendo lo studio delle architetture religiose specifiche del Cristianesimo, dell’Ebraismo e dell’Islam, conoscendo i linguaggi architettonici che hanno e che caratterizzano gli edifici, i decori e le tecniche costruttive si è cercato di sviluppare un progetto che accomuni i vari stili, come entità unica e riconosciuta iconograficamente da ogni appartenente alle tre religioni.

Si è cercato dunque di costruire un’architettura che crei dialogo con particolare attenzione sugli esterni di pertinenza come gli ingressi e la piazza centrale caratterizzata da un grossa fontana in quanto l’acqua è simbolo comune a tutte e tre le religioni e che trova ampio spazio nelle culture e nei sacramenti. Il principio è quello di costituire un quartiere con tre poli religiosi distinti ed autonomi ma in contatto tra loro dove la piazza ed il polo culturale facciano da zone di scambio interculturale. Sulla base dei principi stabiliti per il progetto Common Ground, cioè la realizzazione di un’entità architettonica concepita come luogo di culto e di scambio sociale, è stato elaborato un progetto che anche dal punto di vista simbolico riuscisse a creare strette connessioni. Dallo studio delle tre religioni e dai loro simbolismi si sono trovati dei punti in comune che sono stati scelti come legante per la creazione dell’edificio.

  • L’acqua, elemento fondamentale lo troviamo come base sia per gli ebrei ed i mussulmani per le abluzioni e purificazioni e per i cristiani nel sacramento del Battesimo.
  • Il quadrato ed il numero 4 che, simboleggiano la perfezione di Dio in terra per tutte le religioni

Unendo l’acqua, interpretata come un vortice capace di trasportare con la forza centrifuga tutto verso un polo unico, ed il quadrato, è stata ricavata una geometria frattale facendo roteare il quadrato rispetto al suo centro e man mano andando a rimpicciolirne le dimensioni. Dallo studio di questa nuova figura sono state ricavate delle direzioni principali che potessero delimitare 3 aree di identica superficie da cui sono stati ricavati i volumi necessari alla realizzazione delle tre aule di culto. Le stesse poi si fondono in un’unica geometria con movimento circolare verso l’interno dove si trova l’ampia piazza.

In sommità le superfici sono state tagliate con dei piani bisettori degli angoli in pianta conferendo così alla struttura una sensazione di movimento e cambiamento continuo. La struttura all’esterno si presenta con una facciata movimentata nelle forme e nei colori.  Il materiale utilizzato è il cemento pigmentato su cui sono impresse delle parole cardine e comuni a tutte e tre le fedi.  Tali parole si ritrovano alla base, con senso compiuto e leggibili e all’aumentare dell’altezza, le lettere delle parole si suddividono e si mescolano tra loro andando a creare la “pelle” all’edificio creando una lingua universale.

La sua peculiarità è che all’aumentare dell’altezza dell’edificio la densità delle lettere diminuisce, ciò a voler richiamare il principio dell’ascesa dell’uomo a Dio che nella sua totalità non necessita di parole per essere definito.

Altra caratteristica di Common Ground è la presenza di una “torre” unica con uno sviluppo in alzato molto maggiore rispetto alla base, a voler richiamare l’immagine di un faro, di una guida verso la rettitudine. E’ stata ipotizzata un’unica torre che identificasse contemporaneamente il campanile per i cristiani, il minareto per i mussulmani e i pinnacoli per gli ebrei, come ulteriore simbolo di unione e condivisione. Dal raccoglimento dei quattro volumi è stata ricavata la piazza, cuore pulsante del progetto, concepita come spazio condiviso da tutti, di aggregazione sociale e culturale,  non esclusiva ai fedeli ma a disposizione di tutto il quartiere. Per questa piazza infatti si è pensato a uno spazio che potesse identificarsi simbolicamente come luogo capace di abbattere i confini culturali e le paure di ciò che è considerato diverso. Ha una forma irregolare e accoglie il fruitore mediante un ingresso a imbuto che lo proietta subito all’interno del giardino alberato arricchito da panche e dalla grande fontana centrale, fulcro dei tre ingressi ai luoghi sacri ed elemento imprescindibile per le tre religioni. L’acqua infatti, si ritrova nei riti cristiani come simbolo di purificazione dell’anima dal peccato originale ed è l’elemento di purificazione del corpo sia per la religione ebraica che per quella islamica.

La malleabilità del cemento con le nuove tecniche di pigmentazione che permettono di cambiarne il colore, si rivela una soluzione altamente idonea per la progettazione ed ideazione del complesso multireligioso in ogni luogo. Infatti la geometria frattale permette in pianta di avere assoluta libertà sulla disposizione delle aule di culto senza alterare minimamente gli interni e le superfici mentre sulle facciate esterne è possibile modificarne il colore in funzione della zona in cui può essere inserita la struttura così è possibile legare l’immobile con il costruito circostante così da renderlo perfettamente integrato con le città pur mantenendo inalterato il suo significato simbolico.



Polo culturale

Il polo culturale si affaccia su tutta la piazza e si prefigura come sua continuazione, ed è suddiviso in due piani fuori terra: il piano terreno con una zona ristoro-relax e il primo piano con zona studio – biblioteca.

All’interno si presenta come spazio condiviso, prevale il bianco delle pareti a contrasto con i pavimenti lignei arricchiti con arredi colorati che richiamano i colori delle lettere e del decoro delle facciate, conferendo all’ambiente una sensazione di giocosità, allegria ed accoglienza.
La scala di collegamento tra i piani ha un movimento avvolgente su se stessa  e anche in questo caso il bianco dei gradini e il vetro del parapetto vengono smorzati dallo zoccoletto colorato che richiama la facciata esterna. Tale spazio può essere utilizzato come zona per accoglienza viandanti, la zona studio al piano superiore può essere utilizzata come aula per l’insegnamento coranico, per il catechismo e scuola ebraica, mentre durante le funzioni religiose può essere adibita a zona intrattenimento e custodia bambini.

Chiesa

La chiesa è stata progettata in chiave contemporanea pensandola ad un luogo austero e capace di infondere sensazioni di calma e sacralità. Si sviluppa a pianta libera con percorrenza longitudinale dall’ingresso all’altare più i locali a servizio, sacrestia e canonica, necessari allo svolgimento delle funzioni religiose. La sacrestia ha accesso indipendente dall’esterno e comunica con l’aula di culto, il confessionale e la canonica posta sul retro. Il pavimento della chiesa, è scandito da due differenti tonalità’ di grigio a voler richiamare il percorso dall’esterno all’interno cioè dal profano al divino che accompagna il fedele fino all’altare che è sormontato dall’abside e dalla grande croce in legno. Tale percorso è accentuato dalla decorazione dei muri perimetrali, arricchiti da nicchie e valorizzate dalla continuazione verticale delle decorazioni in pietra.

La copertura presenta delle “finte” travi in legno che man mano verso l’altare scemano fino a scomparire e le aperture che si affacciano verso la piazza interna, poste in una posizione molto elevata con convergenza verso l’altare in modo che i fasci luminosi siano diretti nel focus visivo principale dell’ambiente sono dei richiami alle originali costruzioni storiche delle basiliche.

Moschea

La moschea è stata progettata seguendo e reinterpretando in chiave contemporanea lo stile architettonico e decorativo originario. Come vuole la tradizione la struttura è divisa su due piani (il piano superiore riservato alle donne e  il piano terra riservato agli uomini) con ingressi indipendenti.

In pianta, il piano inferiore, è suddiviso in quattro navate create da pilastri a base quadrata sormontati da una doppia arcata, la prima a tutto sesto la seconda con un arco che richiama quello a ferro di cavallo, con l’idea di infondere allo spazio ordine e rigore. Il percorso delle navate è perpendicolare alla direzione di preghiera indicata dal minrab con affianco il minbar.
Il pavimento, progettato in materiale resinoso bianco serve a dare all’ambiente più luminosità e leggerezza permettendo così di creare giochi chiaroscurali dati dalla struttura interna.
La decorazione, basata su un disegno geometrico a rombi verdi di differenti tonalità, avvolge tutta la struttura verticale in direzione del minrab (est- direzione della mecca) e richiama volutamente le tradizionali costruzioni a favore di un ambiente conosciuto e non estraneo al fedele.  In pianta e dal punto di vista decorativo il piano superiore presenta le stesse caratteristiche di quello inferiore.

Sinagoga

Anche la sinagoga è stata progettata seguendo e reinterpretando in chiave contemporanea lo stile architettonico e decorativo originario. Si sviluppa su due piani con ingresso comune, ha una pianta libera centrale dove è presente l’altare di lettura e la decorazione interna è sviluppata seguendo un percorso convergente verso il centro. Oltre il legno della parte centrale e la resina nella parte laterale della decorazione un altro materiale utilizzato è la ceramica visibile lungo tutte le pareti con decori simboleggianti la stella di David. L’illuminazione artificiale interna, contrapposta ai materiali ceramici con differente decoro, scandisce le geometrie volumetriche definendo gli oggetti sacri del culto ebraico cioè l’arca sacra, posta come da tradizione sul muro rivolto a est – Gerusalemme, la lampada sacra perpetuamente accesa e l’altare di lettura posto al centro della sala.

Arch. Nicola Setti



 

 

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