Design & Cultural Heritage a Milano

a cura di Michela Beatrice Ferri

Un convegno sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico nell’era digitale

DESIGN & CULTURAL HERITAGE

Una giornata sull’impiego delle tecnologie digitali nell’ambito dei Beni Culturali: l’apporto “animato” e interattivo che le nuove tecnologie possono dare agli archivi d’architettura e di design, la creazione di un possibile Archivio Digitale degli Allestimenti Temporanei, il museo immateriale virtuale e interattivo (ipermuseo, cybermuseo)…

Al convegno interverranno studiosi italiani e stranieri, architetti, addetti ai lavori e i curatori dei tre volumi Design & Cultural Heritage (Electa 2014)

 

Il Terzo Millennio sta promuovendo l’impiego capillare delle tecnologie digitali, dopo che gli ultimi decenni del secolo scorso avevano rivoluzionato il concetto di museo e i modi della sua fruizione. Archivi e collezioni online, visite guidate sullo smartphone, facilitate dall’utilizzo di una app, tecniche di restituzione virtuale dei grandi capolavori, sono solo alcuni esempi di questo fenomeno. Dietro agli aspetti più visibili – e commerciali – di queste infiltrazioni digitali risiedono però necessità e potenzialità che agiscono più a fondo, interessando alla radice la nozione stessa di Bene Culturale, tendente a sconfinare nei territori dell’intangibile (si pensi ad esempio all’Intangible Cultural Heritage, ICH, sostenuto dall’Unesco).

Poiché anche in questi settori la rivoluzione digitale ha bisogno dei suoi abiti, e soprattutto di qualcuno che sappia inventare nuovi modi per crearli, tagliarli, vestirli, entra qui in gioco il design. L’incontro tra una nuova concezione di bene culturale e le opportunità che il digitale può offrire sono l’oggetto di tre volumi, edito da Electa: design&culturalheritage. La trilogia raccoglie i risultati di un progetto di ricerca finanziato dal MIUR (Il design del patrimonio culturale tra storia, memoria e conoscenza. L’Immateriale, il Virtuale l’Interattivo come materia di progetto nel tempo della crisi), che ha coinvolto quattro unità operative: il Politecnico di Milano sotto la guida di Fulvio Irace, l’Università degli Studi di Palermo con Philippe Daverio, l’Univerisità degli Studi di Bologna con Giampaolo Proni e quella di Genova con Carlo Vannicola. Il primo volume Immateriale, virtuale, interattivo, focalizzato sul tema del museo, offre un’ampia definizione della situazione attuale tastandone la nomenclatura in divenire (ipermuseo, cybermuseo, etc.), la dimensione storica di riferimento – si pensi alla proposta del museo “senza muri” di André Malraux nel dopoguerra, che con l’uso intensivo della riproduzione fotografica prefigurava alcuni tratti del museo virtuale – e una carrellata di casi studio, con l’interessante mappatura della situazione italiana. Il secondo volume Archivio animato è dedicato al mondo degli archivi d’architettura e di design, luoghi dalla gestione e fruizione complessa che grazie alle nuove tecnologie possono puntare a una dimensione “animata” e interattiva, in dialogo con il tempo presente. Il terzo volume Progetto e memoria del contemporaneo si rivolge invece al possibile Archivio Digitale degli Allestimenti Temporanei: anche in questo campo i nuovi strumenti aprono le porte a inedite modalità di documentazione, archiviazione e visualizzazione di un bene culturale come l’allestimento, altrimenti destinato a un inevitabile oblio al termine della sua breve apparizione.

 

Milano, Museo del Novecento

sala conferenze

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