Storia, fede e arte di una diocesi millenaria
L’ANTICA DIOCESI DI POLICASTRO
La tradizione storica di Buxentum, richiama la presenza della sua diocesi eretta nel V sec. e rifondata nel 1058, sotto la guida di San Pietro Pappacarbone, monaco cavense. Dalla distruzione di Policastro del 1552, ad opera dei Turchi, i vescovi preferirono risiedere a Torre Orsaia, cittadina dell’entroterra. Figure di spicco della diocesi, sono stati i presuli Nicola Maria Laudisio, nella metà dell’Ottocento e Federico Pezzullo (metà XX sec.), di cui è in corso il processo di beatificazione. Dal 1986 Policastro è unita alla diocesi di Teggiano.
IL MUSEO DIOCESANO DI POLICASTRO
Riallestito negli antichi ambienti della confraternita dell’Assunta, con i fondi CEI dell’8 per Mille per la Chiesa Cattolica, si compone di tre sezioni espositive con un percorso tematico anulare, che permette di apprezzare le opere esposte, periodizzate in un arco cronologico di ben diciannove secoli, dall’età romana al primo Novecento. Il museo si articola in diversi spazi, tra cui la sezione scultorea, che accoglie tre iscrizioni, d’età romana, medievale e del XV secolo, due lastre tombali del Quattrocento, un frammento di colonnina ed uno stemma episcopale in pietra di Padula. Tra le statue figurano una Madonna del Rosario del XIX sec., un crocifisso in legno (XVIII sec.), un mezzobusto dell’Addolorata del Settecento, un Sant’Antonio di Padova (XVIII sec.) e un Ecce Homo in cartapesta, tardobarocco.
Nella quadreria sono esposti dipinti su tavola e tela, che vanno dal XVII sec., alla fine del XIX sec. Oltre ad un’Assunzione di Maria e due Incoronazione della Vergine (tavola XVII sec. e tela del secolo successivo), si notano un’Addolorata e un Angelo adorante (XVIII sec.). Sono inoltre presenti due tele, provenienti dall’Episcopio, raffiguranti San Tommaso d’Aquino ed il vescovo Giuseppe Cione.
Quattro teche laterali ed una centrale, ospitano il ricco corredo d’altaristica, con vasi sacri, ornamenti, candelieri, ex-voto, cartegloria ed oggetti in argento sbalzato e cesellato, che coprono un arco cronologico di ben quattro secoli. Meritano attenzione un corredo argenteo per le abluzioni, del vescovo Pietro Magri (1649), una croce astile (XVIII sec.) e due turiboli del Settecento. Notevoli per dimensione e stile, sono due tempietti di tabernacolo, in legno scolpito e dorato. Tra le opere più interessanti del museo, vi sono una croce in argento sbalzato e cesellato del 1532, commissionata da Mercurio De Ricchio per la Parrocchiale di Tortorella ed un crocifisso eburneo del XVII sec., in stile fiammingo.
Quattro teche ospitano i paramenti liturgici appartenenti alla chiesa cattedrale dell’Assunta, tra cui figurano alcuni piviali, del vescovo Nicola Maria Laudisio (metà XIX sec.), due mitrie, pianete e stole, in tessuto e con ricami, oltre a due pastorali in argento sbalzato e cesellato, della metà dell’Ottocento.
L’elemento simbolo del museo è il prezioso ciborio in marmo di Carrara, della metà del Quattrocento, commissionato dal vescovo Carlo Fellapane; vi si ravvisano elementi stilistici del primo Rinascimento.
LA CITTADELLA DELLA FEDE
Il Museo Diocesano si inserisce in un complesso architettonico di significativa importanza, articolato tra la concattedrale dell’Assunta, l’Episcopio e l’ex Seminario. La cattedrale condensa due architetture rilevanti nelle sue fabbriche, la cripta, risalente al VI sec. d.C., con colonne di spoglio e l’aula con presbiterio rialzato, edificata nell’XI secolo, per volere di Roberto il Guiscardo e consacrata dall’arcivescovo salernitano Alfano I, nel 1079. Alla metà del Quattrocento risalgono l’edicola marmorea del portale maggiore, l’ingresso laterale e la tomba del barone di Battaglia, Giulio Gallotti (1449). Eleganti nelle forme stilistiche ed architettoniche sono la cappella del Sacramento del 1627 e la balaustra del presbiterio, nel quale è collocata la cattedra del vescovo. L’apparato pittorico dell’aula si compone di affreschi nel triconco absidale, del soffitto a “guazzo” della navata, con l’Assunzione di Maria, opera del De Pirro di Lagonegro (1655) e di alcune tele sugli altari e nell’abside. Il pavimento del 1831, accoglie tre lapidi sepolcrali.
Il campanile a quattro ordini, edificato a partire dal 1167 e con spolia di età romana e medievale, collega la cattedrale all’Episcopio, i cui primi documenti risalgono al XIV sec. Contiguo, si erge il Seminario, eretto nel 1596 dal vescovo Filippo Spinelli.
LA RETE MUSEALE DIOCESANA
Dal riallestimento del Museo Diocesano “San Pietro” del 2007, la Diocesi di Teggiano-Policastro, attraverso l’opera del vescovo, Monsignor Antonio De Luca, ha moltiplicato gli spazi espositivi di carattere culturale. Oltre al Museo Diocesano di Policastro Bussentino, la rete comprende: la sede storica del “San Pietro” e il Lapidario Dianense (entrambi a Teggiano), con oltre cinquanta opere in pietra locale, che coprono un arco cronologico di ben millesettecento anni.
arch. Marco Ambrogi, Direttore Musei della Diocesi di Teggiano-Policastro e
Ispettore Onorario dei Monumenti
Come raggiungere il museo
Museo Diocesano di Policastro Bussentino
Piazza Duomo n. 1 – 84067 Policastro B.no
museoteggiano@diocesiteggiano.it,
www.diocesiteggiano.it; www.paradhosis.it.
Legenda piantina museo:
1. Sculture e iscrizioni in pietra, 2. Statuaria, 3. Quadreria, 4. Altaristica e vasi sacri, 5. Crocifisso eburneo e croce argentea XVI sec., 6. Paramenti liturgici e pastorali in argento, 7. Tempietto di Tabernacolo, metà XV sec.
Aperto: da giugno a settembre, ore 18.00-21.00 e nelle principali festività.
Ingresso a pagamento – Tel. 0975/79930 e 3495140708