Il museo di arte sacra e del territorio è ospitato nei locali dell’antico complesso storico di San Giacomo, costituito dalla Casa della Reggenza, dalla sacrestia e dalla chiesa, quest’ultima fondata nel XIII secolo e poi ricostruita, con modifiche successive, tra il 1568 e il 1610; situato in pieno centro nel paese di Lu Monferrato (AL), è stato allestito di recente per volontà dell’Associazione Culturale San Giacomo, nata nel 1998 con lo scopo di conservare per le future generazioni la memoria del patrimonio storico, artistico, architettonico, documentario e letterario locale.
Aperto al pubblico il 15 novembre 2008 esso ospita alcune fra le testimonianze più significative della storia di Lu e del suo territorio, riportate alla luce da polverosi magazzini e ambienti poco sicuri per poi essere catalogate, fotografate, in parte restaurate e quindi salvate da sicura dispersione e degrado.
Dipinti su tela di pregio – fra cui i Canonici di Pietro Francesco Guala, un gruppo di tele del pittore luese Luigi Onetti (1876-1968), opere di Orsola Maddalena Caccia (1596-1676), del luganese Giuseppe Antonio Maria Torricelli (1710-1808), della bottega di Guglielo Caccia detto il Moncalvo e Domenico Piola – oreficerie, paramenti sacri, sculture lignee – fra le quali due statue attribuite allo scultore torinese Stefano Maria Clemente (1719-1794) e alla bottega di Carlo Giuseppe Plura – reliquiari e altre suppellettili di diversi materiali e tipologie. Oltre un centinaio di oggetti di natura ecclesiastica e non, databili tra il XV e il XX secolo provenienti dalle chiese del paese e legati alla devozione religiosa luese del passato, hanno così evitato di andare perduti e sono stati restituiti alla comunità locale oltre che a tutto il territorio monferrino.
Gli ambienti, progettati con il benestare delle Soprintendenze competenti, hanno immediatamente affascinato il pubblico per la loro ordinata ed elegante semplicità consentendo al museo di entrare a far parte in breve tempo del Sistema Museale della Diocesi di Casale, dei circuiti “Abbonamento Musei Torino Piemonte” e MOMU (Monferrato Musei), del progetto “Città e Cattedrali” della Fondazione CRT, oltre che dell’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) che si fa interprete e portavoce dei musei ecclesiastici presenti sul territorio italiano.
In questi anni sono state promosse diverse attività culturali, spesso in collaborazione con altri enti presenti sul territorio, tra cui la realizzazione di pubblicazioni di carattere storico-artistico, mostre a tema, conferenze. Tanti sono stati i riconoscimenti di stima di cui il più recente da parte degli eredi del pittore luese Luigi Onetti che nel 2013 hanno voluto donare al museo alcune opere in loro possesso andando così ad arricchire le collezioni del San Giacomo – che già ospitava una sua tela, il Ritratto di U Tune’ del 1898 donata dalla signora Mariuccia Canepari nel 2002 – con l’obiettivo di valorizzare e far conoscere al grande pubblico e alla critica l’operato di uno dei più validi pittori monferrini del primo Novecento attivi in Piemonte.
Luigi Onetti
Fra i dipinti del pittore presenti in museo ricopre particolare importanza la tela raffigurante Il Dolore – che fa parte del trittico de La vita (L’Amore – Il Lavoro – Il Dolore) – una delle prime opere di carattere “sociale” dell’artista, realizzata a Lu nel 1902 utilizzando come modelli alcuni contadini del luogo. Il trittico fu proposto alla Prima Esposizione Quadriennale della Società Promotrice di Torino, dove vinse il referendum fra il pubblico dei visitatori indetto dall’Associazione della Stampa Subalpina per il miglior lavoro presentato da un giovane artista. Nella stessa esibizione, Giuseppe Pellizza da Volpedo, suo caro amico che egli stesso contribuì a valorizzare, presentò per la prima volta il Quarto Stato – oggi noto in tutto il mondo- senza però ottenere il successo di critica avuto poi in seguito.
Non da meno sono gli altri dipinti esposti, fra i quali una piccola tela con Studio di mani del 1904 e due dipinti ad olio su tela applicata su cartone che raffigurano Studi di figure – una maschile e una femminile. In ciascuna di esse è ben leggibile l’abilità dell’artista che con disinvoltura sa gestire sia il disegno che il colore con un risultato finale molto realistico e di grande impatto emotivo.
Il museo possiede inoltre un Autoritratto del pittore, datato 1896 e la Salita al Calvario del 1953.
I canonici di Pietro Francesco Guala
Opera principale esposta in museo e nota a tutti gli esperti di ritratto e pittura italiana del XVIII secolo è il dipinto I Canonici di Lu di Pietro Francesco Guala, tornato finalmente nel suo paese d’origine nel 2016 dopo oltre cinquanta anni di assenza. La tela è una delle opere più celebri del pittore casalese (1698-1757), importante figura artistica del Settecento piemontese, e ritrae sette Canonici – appartenenti ad alcune delle più importanti famiglie di Lu – nell’atto di scrivere una lettera di ringraziamento a Giacomo Millo d’Altare – datario apostolico di Papa Benedetto XIV – per averli agevolati nel ricevere nel 1748 il permesso e il privilegio da parte della Santa Sede di indossare la cappa magna e il rocchetto. Queste due tipologie di paramento liturgico erano considerate più prestigiose rispetto a quelle normalmente in uso. Come si apprende dalla Visita pastorale di Monsignor Della Chiesa del 1748 infatti (ASDC, 30 marzo, f. 364), fino ad allora l’abito dei Canonici era costituito da cotta, berretta, almuzia – ossia un “panno di porpora foderato di seta verde” – e veste talare.
Si tratta del dipinto più noto del pittore Pietro Francesco Guala ritrattista che riesce a cogliere le emozioni e lo stato di inquietudine dei protagonisti, evidentemente compiaciuti per aver ricevuto dal Pontefice un privilegio considerato di grande importanza.Il trasferimento e la collocazione della tela in altro luogo rispetto alla Chiesa Collegiata di Santa Maria Nuova di Lu – dove era conservata nel salone dei Canonici, oggi inglobato negli ambienti del Circolo parrocchiale – è avvenuto negli anni Cinquanta-Sessanta del Novecento, in seguito all’esposizione dell’opera presso diverse mostre fra cui la Mostra del Barocco piemontese di Torino del 1963, curata da Vittorio Viale. Da allora, per ragioni di tutela, il dipinto non ha più fatto rientro nella sua sede d’origine entrando a far parte del nucleo delle opere in deposito presso il Comune di Casale Monferrato, da destinarsi alla realizzazione del costituendo Museo Civico cittadino – poi aperto ufficialmente nel 1995 – curato dall’allora Soprintendente alle Gallerie del Piemonte Noemi Gabrielli.
Poiché dal 2008 la Comunità luese dispone di un proprio Museo di arte sacra e del territorio ben avviato e con le caratteristiche indispensabili per conservare e rendere fruibile il dipinto, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, il Comune e la Diocesi di Casale Monferrato hanno stabilito il rientro del dipinto nel suo luogo d’origine.Si tratta della restituzione di un importante simbolo di orgoglio locale che deriva in primis dal fatto che nel titolo del dipinto è inserito il nome del paese di Lu e che i Canonici rappresentati appartenevano ad antiche famiglie ancora esistenti in loco.L’opera era ed è inoltre una testimonianza rilevante dell’identità religiosa del luogo e per il suo carattere di “foto istantanea” di un evento, oltre che per l’intrinseco pregio artistico, riveste un alto valore storico, documentario ed educativo da trasmettere alle vecchie e nuove generazioni.
Lorena Palmieri, conservatrice Museo San Giacomo di Lu
Come raggiungere il museo

Museo San Giacomo
Piazza San Giacomo 1, 15040 Lu Monferrato (AL)
Ulteriori informazioni
Visitabile tutto l’anno ogni sabato pomeriggio (14.30 – 18.00) e domenica mattina (10.00 – 12.30).
Per informazioni e visite infrasettimanali: info@museosangiacomo.it
tel. 0131 – 740802