<Ogni momento della storia dice nel linguaggio dei vivi la lode del Dio vivente> Card. Giacomo Lercaro
A 50 anni dal Concilio Vaticano II è possibile impostare una prima analisi periodizzata di quanto in campo architettonico è stato fatto fino ad oggi e proporre una riflessione critica circa la pluralità e l’attualità delle interpretazioni date alle indicazioni conciliari in ambito architettonico e urbanistico. Attraverso l’esposizione di concreti esempi, il seminario vuole porsi come luogo di riflessione e di approfondimento circa quali possano intendersi le modalità di presenza dell’edificio ecclesiale nella complessa realtà urbana odierna. Considerando che il dibattuto tema dell’identità dell’edificio ecclesiale fa diretto riferimento alla necessità della comunità cristiana di riconoscersi nelle forme fisiche dell’architettura, il principale nodo teorico e metodologico del convegno sarà lo studio delle differenti modalità che consentono alle comunità ecclesiali di esprimersi in forme identitarie, contemporanee e accessibili, tendendo conto della multiculturalità che caratterizza oggi più che mai la città europea. Il convegno si pone in continuità e completamento dell’esperienza avviata dal Centro Studi per l’architettura sacra e la città nell’ottobre 2012 con il seminario a inviti dell’OSSERVATORIO SULL’ARCHITETTURA SACRA. In quella sede, esperti e studiosi che si occupano dell’architettura dell’edificio sacro si sono confrontati con il tema della presenza della chiesa nella città e hanno manifestato il desiderio di approfondire la riflessione attraverso l’apporto innovativo e critico di cultori della materia, ricercatori e dottorandi che a livello europeo trattano dello stesso tema sotto diverse prospettive, anche derivate dalle diverse realtà locali o nazionali. Da questo spunto nasce la proposta del Seminario Internazionale che, come l’Osservatorio, intende divenire un punto di riferimento annuale in merito alla riflessione sul tema. Parteciperanno al Seminario i membri dell’Osservatorio, i relatori selezionati con call for papers, e quanti sono interessati a questo tema.
SESSIONE I – Identità dell’edificio ecclesiale nella città multiculturale
A partire dal secondo dopoguerra le città europee hanno profondamente mutato la loro struttura e la loro immagine e ancor più mutate sono le relazioni degli individui e dei gruppi di persone nella complessa interazione sociale. Le indicazioni del Concilio circa la presenza dei cristiani nel mondo devono, quindi, esser approfondite e, forse, ricontestualizzate, unitamente alla questione dell’identità propria delle comunità cristiane e, non ultimo, dell’identità del complesso parrocchiale nel contesto urbano. Quale visibilità devono avere le comunità ecclesiali nel contesto sociale della città odierna multietnica e multireligiosa? Quali relazioni l’edificio ecclesiale – spazio cultuale e centro parrocchiale – deve innescare rispetto all’intorno urbano? E, soprattutto, quale deve essere il ruolo dell’edificio di culto cristiano all’interno di una società multietnica e multireligiosa?
SESSIONE II – Chiesa e spazio della città
Se nei secoli passati l’edificio ecclesiale è stato considerato punto di centralità e di riferimento nel paesaggio urbano, che ha avuto il suo culmine nell’età delle cattedrali, nel XX secolo l’interpretazione di una Chiesa presente in maniera discreta all’interno della società ha modificato necessariamente anche le modalità con la quale l’edificio ecclesiale si è confrontato con la città. Se oggi le posizioni estreme proposte e adottate intorno agli anni Settanta paiono essere, in alcuni contesti, rimesse in seria discussione, resta non risolto – e nemmeno esplicitamente affrontato – l’interrogativo circa le diverse modalità attraverso le quali le comunità cristiane possono proporre i propri luoghi di culto e di servizio all’interno del contesto urbano contemporaneo. Contesto che è profondamente mutato in cui rimangono solo tracce della struttura urbana consolidata con la quale il complesso ecclesiale si confrontava attraverso le semplici regole e le invarianti del rapporto tra tessuto e preminenze. Periferie urbane e nuove città le cui strategie insediative frequentemente non considerano la possibilità di ospitare i complessi parrocchiali che, non più solo episodicamente, tendono ad organizzarsi al loro interno più che ad aprirsi alla città. Edifici che pare si difendano da un contesto frammentato, insidioso e non più apertamente condiviso. Come sono evoluti i rapporti tra i complessi ecclesiali – parrocchiali in primo luogo – e il contesto urbano dal dopoguerra ad oggi? Quali i tipi oggi a disposizione nel contesto urbano contemporaneo?
Church and the City 2014 -call for paper eng