Corso di “Architettura per la liturgia e committenza ecclesiastica”

Si tende a pensare che l’architettura per il culto sia una “nicchia” nell’ambito della progettazione.

Non è così. L’architettura nasce come gesto di carattere religioso e sin dall’antichità è intessuta di richiami affettivi e simbolici che vanno ben al di là dell’aspetto funzionale riguardante il proteggersi dal freddo o il delimitare la proprietà.

Tutto questo deriva dal fatto che l’essere umano è “animale religioso”, e la comunità umana da sempre si riconosce nei riti. Se oggi si è perso il senso del valore simbolico e “trascendente” delle architetture e dei loro elementi, ne resta la nostalgia.

Nel momento in cui una persona – qualsiasi persona – deve scegliere la propria casa, si attiva in lei anche l’intimo, segreto gioco delle preferenze che afferiscono a substrati profondi dell’essere, ovvero al terreno ove le considerazioni di carattere economico e funzionale spariscono e restano solo i legami col tempo, con l’eterno, con una verità che sta al di là del “quotidiano”.

Ecco che approfondire i temi di carattere religioso collegati al progettare non è esercizio che interessi solo chi si dedica o intenda dedicarsi all’architettura per il culto. Interessa chiunque progetti o a vario titolo abbia anche fare con le costruzioni che mirano non ad arricchire gli speculatori immobiliari, bensì a contribuire al benessere delle donne e degli uomini di oggi.

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