La prima parola che mi è venuta in mente, sfogliando 60 passi nell’arte a Castiglione Olona, la pubblicazione di Laura Marazzi per i tipi di Grossi editori, è stata ecumene, nella sua accezione di luogo dove tutti abitiamo. E non per un unico motivo. Questo breve libro, densissimo, che si deve anche alla gentilezza ed alla passione culturale di Elena Lucioni, si può leggere limitandosi a guardare le fotografie, di Franco Canziani, è già sarebbe molto interessante; ma si potrebbero leggere anche solo i titoli delle pagine, 60 + 1 in verità, e ci sarebbe l’occasione per soffermarsi a meditare. Poi ci sono le brevi citazioni proposte per ogni titolo, e qui davvero il termine ecumene si attaglia, perché non sono solo, come potremmo aspettarci, riflessioni colte nel mare della letteratura cristiana, no: per riflettere sulle immagini ed i titoli, sono stati proposti anche autori che potrebbero sembrare lontani, ma che, invece, sono vicinissimi allo spirito di questo libro. Ecco allora che accanto a sant’Ambrogio, a papa Francesco, al cardinal Carlo Maria Martini troviamo Cicerone e Sallustio, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De Andrè, Alda Merini e Cesare Pavese: una riflessione ecumenica, appunto: perché il bello è universale e riflettere su questo mare di bellezza, costituito dai monumenti di Castiglione Olona, anche quelli che non sono della parrocchia, è un piacere unico e vasto. Infine, ogni pagina ha una nota, breve, che spiega l’immagine proposta e la lega al momento ed alla storia in cui essa è nata.
Quattro percorsi di lettura, quindi. Ogni pagina si propone in forma circolare: l’occhio parte dall’immagine, dai colori delicati o forti, dai chiaroscuri dei particolari delle statue; poi va alla riflessione d’autore e poi al titolo, infine al commento storico artistico. Ma si può partire anche da un’altra angolazione: ognuna è valida e forte: unica, potremmo dire.E ogni pagina può essere aperta per una riflessione giornaliera, come una meditazione del bello, un ripasso della storia. un modo per aprire o chiudere un giorno di lavoro. Così come è stato pubblicata attraverso i social.
C’è anche un altro aspetto che non è secondo: quest’opera è nata, come recita il sottotitolo, appunti di bellezza per tempi difficili, come un momento per rafforzare il corpo e lo spirito nel tempo della malattia: un esacontamerone, termine assolutamente azzeccato nel richiamo al Decameron di Boccaccio ed all’Esamerone di sant’Ambrogio, da cui trarre una goccia di serenità ogni giorno: nei giorni di forzata chiusura della malattia.
L’ultima pagina, il sessantunesimo giorno, quel giorno in più, sono, ci sia permesso, il sublime e la dolcezza: l’immagine dell’interno della Collegiata con il rosone a sfondo, un richiamo alla Candida rosa, ove risiedono le anime dei beati nella visione dantesca.
E la parola fine, che è solo terrena, richiama gli ultimi versi del XXXIII del Paradiso, forse i più belli della letteratura italiana: “All’alta fantasia qui mancò possa/ ma già volgeva il mio disio e il velle/ ‘si come rota ch’igualmente è mossa/ l’Amor che move il sole e l’altre stelle.
Prof. Ugo Marelli *
*Presidente dell‘Associazione Borgo Antico di Castiglione Olona
crediti foto : Interno-Collegiata-con-rosone_Foto-Franco-Canziani
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