di Carlos Lozano Guillem
Lo scorso martedì 19 novembre 2024 si è inaugurata ai Musei Vaticani la mostra Le Anime del Bernini, un evento che segna un nuovo capitolo nella lunga e profonda storia di legame tra la Spagna e la Santa Sede.
Curata da Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, e da Helena Pérez Gallardo, ordinario di storia dell’arte presso l’Università Complutense di Madrid, l’esposizione porta per la prima volta in Vaticano le celebri anime scolpite dal giovane Gian Lorenzo Bernini, capolavori assoluti del barocco. I busti marmorei dell’Anima beata e dell’Anima dannata saranno visibili nella sala XVII della Pinacoteca Vaticana fino al 31 gennaio 2025, offrendo ai visitatori un’occasione unica per ammirare queste opere di rado esposte in pubblico.
L’iniziativa si colloca nell’ambito del programma dell’Anno Giubilare 2025 e si deve alla collaborazione tra i Musei Vaticani, l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e l’Opera Pia-Stabilimenti Spagnoli in Italia, proprietaria dei busti. Le due istituzioni spagnole hanno voluto aderire all’Anno Santo contribuendo con un evento di rilievo storico. Infatti, si tratta della prima esposizione in Vaticano delle due sculture, che erano state mostrate al pubblico soltanto in tre occasioni precedenti. La prima risale al 2014, in occasione di una grande mostra al Museo del Prado su Bernini, Roma e la monarchia spagnola, curata da Delfín Rodríguez Ruiz, professore ordinario dell’Università Complutense di Madrid, tra i più stimati studiosi dell’arte barocca, scomparso nel 2022. Proprio il Rodríguez Ruiz fu il primo a sottolineare il legame tra Bernini e la Spagna, legame che questa mostra celebra anche attraverso la pubblicazione postuma nel catalogo di uno scritto inedito dello studioso, che egli aveva affidato all’Ambasciata di Spagna in vista di futuri studi sui due busti.
Generalmente inaccessibili al pubblico, i busti marmorei, custoditi nel Palazzo di Spagna, sede dell’Ambasciata presso la Santa Sede dal 1622, provengono originariamente dalla Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli in Piazza Navona e appartengono dell’Opera Pia-Stabilimenti Spagnoli in Italia.
Durante l’inaugurazione, la Dott.ssa Barbara Jatta ha ricordato il ruolo centrale di Bernini nella storia del Vaticano: dalle imponenti colonne del colonnato di San Pietro, al Baldacchino, fino alla monumentale Cattedra di San Pietro. Bernini ha un legame profondo con la Spagna non solo attraverso le sue opere, ma anche nella sua storia personale: l’artista riposa infatti nella Basilica di Santa Maria Maggiore, considerata simbolicamente la chiesa ‘spagnola’ di Roma.
Le anime furono commissionate dal diplomatico spagnolo Pedro de Foix Montoya per la Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli. Lo stesso Montoya ricoprì importanti incarichi durante il pontificato di Paolo V, il quale, colpito dal talento del giovane Bernini, si dice abbia dichiarato: “Questo fanciullo sarà il Michel’Angelo del suo tempo” dopo aver osservato rapidi disegni eseguiti in sua presenza. Questa frase iconica campeggia oggi nella sala XVII sopra i due busti, che emergono dal buio come punti di luce e che materializzano nel marmo la pace del paradiso e la disperazione del purgatorio. In questa occasione, le anime di Bernini sembrano tornare a casa, nel cuore stesso della cristianità, per ispirare i pellegrini in un anno giubilare dedicato alla speranza.
L’esposizione, fortemente voluta dall’Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, S.E. María Isabel Celaá Diéguez, e dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato della Città del Vaticano, non solo celebra il dialogo tra due grandi nazioni, ma destina anche i proventi della mostra e del catalogo alla popolazione di Valencia, recentemente colpita dalla catastrofe naturale della recente alluvione. Un motivo in più per partecipare a questo straordinario evento culturale, che intreccia arte, fede e solidarietà.