Leonardo| Il disegno del mondo

Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo
Milano, Palazzo Reale

 

Mostra co-prodotta da Comune di Milano e Skira Editore

16 aprile 2015 – 19 luglio 2015

A cura di Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio

 

 

Mostra di EXPO 2015

Promossa e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale e SKIRA Editore

Main Partner : Bank of America Merrill Lynch

la più grande e importante esposizione dedicata a Leonardo mai realizzata in Italia

 

 

Intervista a Pietro Marani, curatore della mostra “Leonardo da Vinci”

a cura di Michela Beatrice Ferri

 

Ho avuto il privilegio di visitare la mostra dedicata al genio di Leonardo da Vinci per ben due volte, il 14 aprile, in occasione della conferenza stampa, e il 15 aprile in occasione dell’inaugurazione. Un onore – oltre che un privilegio – è stato potere intervistare Pietro Marani, docente presso il Politecnico di Milano e curatore, assieme a Maria Teresa Fiorio, del grandioso percorso espositivo: entrambi sono tra gli storici dell’arte più importanti per gli studi sul grande genio del Rinascimento. Costruita interamente a Milano, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha concesso in via eccezionale la garanzia di Stato e dall’Assessorato alla Cultura, la mostra è ideata e prodotta, nel quadro di una partnership che prosegue da oltre quindici anni, da Palazzo Reale e Skira, ed è frutto di un intenso lavoro di cinque anni per raccogliere oltre 200 opere da un centinaio di musei e istituzioni da tutto il mondo, che hanno eccezionalmente prestato i lori gioielli, come, tra gli esempi più eclatanti, i tre dipinti di Leonardo dal Louvre e i trenta disegni autografi dalla collezione di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Anche la Pinacoteca Ambrosiana, considerata la casa milanese di Leonardo, presta il celebre Ritratto di Musico e ben trenta disegni dal Codice Atlantico, ed è tra i principali protagonisti della mostra.

Spiega il curatore Pietro Marani: «L’esposizione presenta una visione di Leonardo che riguarda tutta l’opera del poliedrico personaggio, considerato come artista e come scienziato, attraverso alcuni temi centrali della sua produzione. Abbiamo voluto dare importanza al disegno come tema fondamentale. Si nota il continuo paragone tra le arti nell’ambito della sua produzione: oltre al disegno, la pittura, la scultura; il confronto con l’antico; la novità assoluta dei moti dell’animo; il suo tendere verso progetti utopistici, veri e propri sogni, come poter volare o camminare sull’acqua – per cui è allestita in mostra una apposita sezione; l’automazione meccanica e così via. Si tratta di temi che lo hanno reso un alfiere dell’unità del sapere, con l’intrecciarsi continuo nella sua opera di scienze e arti».

Sulla base di quali prestiti è stata costruita la mostra? «La mostra si è costruita sulla base di uno zoccolo duro di opere che abbiamo avuto il grande onore di ricevere anzitutto dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra – la prima a essere stata contattata – un prestito generosissimo di disegni. Da questo nucleo abbiamo costruito le tematiche. Poi si è aggiunta la Pinacoteca Ambrosiana e di seguito altre istituzioni che hanno concesso altri prestiti».

Ho chiesto a Pietro Marani di parlare del progetto della grande mostra, nata per celebrare Leonardo da Vinci e ideata per Expo 2015. «Il progetto scientifico della mostra è nato a seguito di vari cambiamenti e meditazioni sulla proposta fatta nel 2009 dal sindaco Moratti di avere una importante mostra su Leonardo in occasione di Expo 2015. Abbiamo deciso di affrontare la produzione di Leonardo da una angolazione più ampia di quella del Leonardo puramente milanese per potere offrire il senso della sua evoluzione come artista e come scienziato. La straordinaria mostra illustra, attraverso dodici sezioni, le tematiche centrali nella carriera artistica e scientifica di Leonardo, venendo ad abbracciare non solo gli anni della sua formazione fiorentina, gli anni degli insegnamenti appresi dal Verrocchio, ma anche i due soggiorni milanesi, fino alla sua permanenza in Francia, sottolineando così alcune costanti della sua visione artistica e scientifica. Dal percorso espositivo risulta chiara anche la sua vocazione all’interdisciplinarietà e alla molteplicità di interessi, attraverso l’approccio analogico allo studio dei fenomeni e alla loro rappresentazione grafica, riassunti e culminanti nei suoi dipinti più tardi».

Per quanto riguarda le varie sezioni – e ne ho visto lo stupendo articolarsi: in base a quale criterio sono state divise? «Sono state scelte e studiate sulla base di quali tematiche potevano consentirci un taglio trasversale della carriera e dell’opera di Leonardo. Anzitutto il disegno, che nelle mani di Leonardo passa da essere un mezzo rappresentativo della natura a un vero e proprio strumento di conoscenza che apprende a Firenze, poi il rapporto con la Natura, così come si stabilisce lungo il tempo fino ad arrivare ad una visione cosmica degli elementi della natura. E tra i temi che seguono l’evoluzione della poetica di Leonardo, quello del paragone delle arti e quello del suo rapporto con l’antico che è uno dei temi poco studiati. Le sue idee sull’architettura, e il tema dell’unità della scienza che è fondamentale nell’opera di Leonardo che intreccia meccanica, ottica, idraulica, e i progetti pittorici».

Per il curatore Pietro Marani quale è il gioiello della mostra? «Personalmente, non si sente la mancanza della Gioconda. Mi fa molto piacere che lei dica così. A dire il vero, infatti, non ci interessava avere la Gioconda, e le opere sono straordinarie: abbiamo la bellezza di quasi 120 opere di Leonardo e il grande regalo che facciamo al pubblico nel mostrare queste cose è unico. Ogni disegno in mostra è un capolavoro, e solo osservando il percorso espositivo così si capisce lo sforzo che ha fatto Leonardo per mostrare questa sua unità della conoscenza».

Questa è la grande mostra, un percorso espositivo che passa alla Storia e che rimane un punto fondamentale nell’ambito degli studi su Leonardo da Vinci.

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