L’estetica della fede_III

RIFLETTENDO ANCORA SUL NUMERO 167 DELLA EVANGELII GAUDIUM

“Recuperare la stima della bellezza”

 

In un precedente articolo, dedicato a La Evangelii Gaudium e l’Inter Mirifica. “Custodi del bene e della bellezza”[1], ho messo in evidenza l’importanza del numero 167 della Evangelii Gaudium  dedicato alla via della bellezza, legato (come esplicitamente indicato nella nota 129) alla Propositio 20 delle 58 Propositiones votate dai Padri Sinodali al termine del Sinodo  e consegnate al Pontefice.

Il numero 167 riprende la sostanza della Propositio, l’essenza della struttura argomentativa,  le citazioni interne, quali il riferimento a Sant’Agostino. In modo particolare viene enfatizzata la questione della formazione alla bellezza, l’importanza della continuità con il passato e la sottolineatura della vitalità creativa del sistema d’arte cristiano.

Il centro di tutta l’argomentazione è il legame tra verità, bontà e bellezza[2] del Risorto: “la verità e bontà del Risorto … il Figlio fatto uomo rivelazione della infinita bellezza”. Questo legame può essere oscurato dal “relativismo estetico”: “Non si tratta di fomentare un relativismo estetico che possa oscurare il legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza”. Ho già messo in evidenza come in questa affermazione, occorre sottolineare l’importante presenza di un’altra nota, la nota 130, che rimanda al Decreto del Concilio Vaticano II sui mezzi di comunicazione sociale Inter mirifica, in modo particolare al numero 6, che recita: “La seconda questione riguarda le relazioni tra i diritti dell’arte -come si suol dire- e le norme della legge morale. Poiché il moltiplicarsi di controversie su questo argomento non di rado trae origine da dottrine erronee in materia di etica e di estetica, il Concilio proclama che il primato dell’ordine morale oggettivo deve essere rispettato assolutamente da tutti. Questo ordine è il solo a superare e armonizzare tutte le diverse forme dell’attività umana, per quanto nobili esse siano, non eccettuata quella dell’arte. Solo l’ordine morale, infatti, investe l’uomo nella totalità del suo essere creatura di Dio dotata di intelligenza e chiamata ad un fine soprannaturale; e lo stesso ordine morale, se integralmente e fedelmente osservato, porta l’uomo a raggiungere la perfezione e la pienezza della felicità» (Inter Mirifica, n. 6).

Il legame tra ordine, bene e bellezza è strutturante tutta la tradizione del pensiero cristiano sulla bellezza. Un capolavoro sempre attuale della spiritualità, quale il Trattato sull’amor di Dio di San Francesco di Sales, dedica le prime pagine proprio a questo argomento. Il primo capitolo, infatti, sviluppa questo tema: “Come per la bellezza della natura umana, Dio abbia dato alla volontà il governo di tutte le facoltà dell’anima” . Il capitolo comincia subito con una definizione dell’ordine della bellezza: «L’unione nella distinzione costituisce l’ordine; l’ordine genera l’armonia e la proporzione, e l’armonia, quando si attua nelle cose integre e complete, realizza la bellezza». La molteplicità unitaria propria della bellezza viene subito esemplificata con un riferimento alla musica: «Perché una musica sia bella, non si richiede soltanto che le voci siano nitide, chiare e ben distinte, ma che siano legate tra loro in modo tale da costituire una piacevole consonanza e armonia, in forza dell’unione delle voci che, non senza ragione, viene chiamata accordo discordante, o meglio, discordia concorde». Facendo riferimento allo pseudo Dionigi e a Tommaso d’Aquino, San Francesco di Sales ricorda come «il bene è ciò che piace all’appetito e alla volontà, il bello ciò che piace all’intelletto e alla conoscenza; o per dirla in altro modo: il bene è ciò che la cui fruizione ci diletta, il bello ciò la cui conoscenza ci rallegra».  Con uno sguardo grandioso e sintetico, mostra la continuità tra i vari gradi della bellezza, fino alla suprema Bellezza di Dio: «la bellezza rimane senza effetto, inutile e morta, se la luminosità e lo splendore non le danno vivacità ed efficacia, per cui diciamo che i colori sono vivi quando hanno splendore e lucentezza. Quanto poi alle cose animate e viventi, la loro bellezza non è completa se non è unita alla grazia: che, oltre all’armonia di parti perfette, cosa che di per sé costituisce la bellezza, aggiunge l’armonia dei movimenti, dei gesti, delle azioni, che è come l’anima e la vita della bellezza delle cose viventi. Così, nella suprema bellezza del nostro Dio riconosciamo l’unione, anzi l’unità dell’essenza nella distinzione delle persone, con un’infinita chiarezza, congiunta all’armonia incomprensibile di tutte le perfezioni delle azioni e dei movimenti, compresi tutti in modo supremo, per così dire, uniti e perfettamente composti nell’unica e semplicissima perfezione del puro atto divino che è Dio stesso». La suprema bellezza di Dio, che è ordine e armonia, è principio e origine della bellezza del creato: «Dio, dunque, volendo rendere tutte le cose buone e belle, ha ricondotto la loro moltitudine e distinzione a una perfetta unità, e per così dire le ha ordinate in monarchia, facendo in modo che tutte fossero collegate strettamente le une alle altre e tutte insieme a lui, che è supremo monarca».  Comprendiamo come sia impossibile parlare della verità e del bene senza percorrere la via della bellezza, come afferma la Evangelii Gaudium, quella bellezza che è “autentica” nella luce del “legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza” e come dunque sia necessario «recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto» (n. 167). Dunque, comprendiamo come non si possa compiere alcuna azione pastorale, barattando la autentica bellezza con la disarmonia del relativismo estetico ed etico, e che la ricerca di “nuovi segni, nuovi simboli, nuova carne”  debba partire dal «recuperare la stima della bellezza» (n. 167).


[1] Cfr. R. Papa, La Evangelii Gaudium e l’Inter Mirifica. “Custodi del bene e della bellezza”, pubblicato su Zenit il 23 dicembre 2013: http://www.zenit.org./it/articles/la-evangelii-gaudium-e-la-inter-mirifica .

[2] Su questo legame cfr. il mio articolo La bellezza del Vangelo. Leggendo la Evangelii Gaudium, pubblicato su Zenit il 10 dicembre: http://www.zenit.org/it/articles/la-bellezza-del-vangelo ed anche Papa Francesco: la bellezza come misura, pubblicato su Zenit il 15 aprile 2013: http://www.zenit.org/it/articles/papa-francesco-la-bellezza-come-misura.

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