Monica Bonvicini ” And Rose”- Chiesa di San Carlo-Cremona

di Valeria Gaetani

Strutture fantasmagoriche oscillanti e riflettenti occupano organicamente lo spazio della chiesa di San Carlo a Cremona in un’installazione maestosa sorretta da contrasti e riflessioni profonde sulla storia e la natura dell’uomo, nonché sul ruolo e le forme dell’arte.
And Rose, nuovo momento del progetto San Carlo ad opera dell’artista Monica Bonvicini, è un lavoro di equilibrio fra tensioni formali e simboliche esplicitamente rappresentate nel contrasto tra il peso e le qualità del materiale adoperato – catene di acciaio galvanizzato – e la sospensione in accurati intrecci dello stesso, tra allusioni allegoriche e composizioni evocative, quasi oniriche.
L’intervento site-specific plasma e rimodula lo spazio della navata della chiesa seicentesca attraverso le sculture imponenti e profondamente significanti della serie Chainswings, allestite sfruttando e, al contempo, evidenziando la verticalità e l’originaria dimensione sacrale del luogo. La luce e i suoi effetti sulla superficie riflettente dell’acciaio, ingannando lo sguardo dello spettatore e richiamandolo a una interpretazione attiva, ricoprono di un rinnovato senso di leggerezza e vitalità le strutture fluttuanti che appaiono come smaterializzate tra la solidità imperturbabile dei marmi policromi che rivestono la chiesa; le sculture, similmente a organismi alieni palpitanti, diventano monito gentile e veicolo di riflessione e decodificazione della condizione umana e del suo rapporto con il trascendente.
Le catene, intrecciate in architetture scenografiche come articolate ragnatele o bizzarre altalene, acquisiscono una pluralità di significati anche attraverso il potere allusivo dello spazio barocco e cultuale, ormai sconsacrato, che introduce una riflessione sul rapporto, talvolta ambiguo, tra il mondo laico e la sfera religiosa, ma anche tra l’artificio e un ordine primordiale; si definiscono, dunque, nuovi dialoghi e nuove occasioni di convivenza e confronto tra lo spirituale, il naturale e quell’espressione profondamente umana dell’individuo e della propria fallibilità.
Particolare riguardo muove, inevitabilmente, anche verso il ruolo della donna – ancora troppo spesso vincolato e arginato -, la trama del potere, il concetto di gerarchia, ma anche, secondo un’accezione più ampia, qualunque forma di condizionamento e sottomissione in grado di minare l’identità e la libertà tanto del singolo quanto della collettività.
Eppure, la catena, emblema del vincolo e del peso di un limite imposto, intrecciata e sospesa negli spazi della chiesa di San Carlo, rifugge un’interpretazione univoca di oppressione e restrizione esprimendo, al contempo, un potenziale di libertà che ammicca al giocoso e al fanciullesco pur preservando l’eco ostinata di una simbologia radicata. Il lavoro di Monica Bonvicini è, in effetti, anche ricerca sull’eredità dell’iconografia e sul valore atavico del simbolo, nonché della sua trasformazione e risemantizzazione inarrestabile attraverso continue evoluzioni che pure conservano, nei propri esiti formali, tracce di storia ed esperienze umane.

 

 

 

 

Monica Bonvicini. And Rose
5 ottobre – 14 dicembre 2024
Chiesa di San Carlo, Cremona

Courtesy the artist. Photo credit: Form Group. ©Monica Bonvicini and VG Bild-Kunst/SIAE.

 

 

 

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