L’appuntamento mattutino è nella verdissima valle che si estende alle pendici del Gran Sasso, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga : la Valle del Vasto chiamata anche la “Valle del Papa” con partenza e ritorno ad Assergi (AQ), meta prefissata: San Pietro della Jenca.
Il percorso è difficoltoso e impegnativo ma molto suggestivo: ben 14,5 km di percorso con 450 metri di dislivello positivo complessivo con pendenze graduali, tranne un breve tratto al 25%.
La consapevolezza della fatica da affrontare è mitigata dalla curiosità di visitare i luoghi della cultura pastorale abruzzese ricca di Storia.
Lungo il percorso ci accompagna la “voce” del potente torrente Raiale. Eccoci giunti alla nostra prima tappa: un interessante sito speleologico “La Grotta a Male”, che ci accoglie nelle sue viscere e ci fa provare un’ebrezza regalata a pochi.
Ripartiamo con passo lento ma regolare.
Sostiamo un attimo giusto il tempo di rinfrescarci presso il fontanile S. Clemente e proseguiamo verso l’omonima Chiesetta, deliziosa nella sua semplicità.
Continuiamo a salire, circondati da panorami bellissimi, da vecchie chiese rurali, da masserie, da boschi e ruscelli: Speleologia, Storia Cultura e Spiritualità si combinano fra loro e si inseriscono magicamente in uno splendido contesto ambientale.
Ancora un piccolo sforzo ed eccoci giunti in questo angolo di Paradiso: San Pietro della Jenca, il Santuario di San Giovanni Paolo II. È un luogo meraviglioso, che infonde pace e serenità. Da quassù si vede il Mondo!
Siamo a quota 1166 mt s.l.m davanti alle maestose vette del Gran Sasso, che sembrano proteggere questo posto con la sua grandiosità mozzafiato.
Il piccolo borgo pastorale è stato restaurato conservando le originarie dimore in pietra, un tempo abitato dai pastori che pascolavano il loro bestiame sui prati di alta quota.
La bellissima chiesetta, anch’essa in pietra, accolse in varie occasioni Papa Wojtyla, che amava pregare e passeggiare tra queste montagne. Accanto alla Chiesa c’è il fontanile di San Franco al quale la tradizione popolare attribuisce il potere di guarire dalle malattie cutanee.
Da qui parte un sentiero che sale fino a quota 2424 mt s.l.m., il Sentiero Wojtyla che arriva alla Cima Papa Giovanni Paolo II, il roccione che si trova tra Pizzo Cefalone e la cresta delle Malecoste del massiccio del Gran Sasso un tempo chiamato Cima Gendarme e in seguito dedicato al Santo Padre che amava sciare sul Gran Sasso.
È ora di riprendere la via del ritorno, per un altro percorso…. il gorgoglio del fiume, a sinistra imponenti montagne dal colore rossiccio ci sovrastano nascondendo caverne misteriose…ma ora non c’è tempo, tra poco scende la sera.
Maria Grazia Controguerra
le foto per gentile concessione di Maria Grazia Controguerra