“COSÌ COME UN COLORE PUÒ AGGRAVARE UNO STATO DI MALESSERE, ATTRAVERSO UNA RAGIONATA SCELTA CROMATICA SI PUÒ INTERVENIRE ANCHE COMPENSANDO O COMPLETANDO CROMATICAMENTE UN AMBIENTE, COSÌ DA RENDERVI LA PERMANENZA PIÙ VIVIBILE E SOSTENIBILE. SUONI, ODORI, GUSTI E SENSAZIONI SGRADEVOLI POSSONO QUINDI ESSERE MITIGATI E CONTRASTATI DA UN CORRETTO USO CROMATICO, COSA CHE PUÒ INFLUENZARE NOTEVOLMENTE ANCHE LA PERCEZIONE DELLA TEMPERATURA, FACENDO APPARIRE UN AMBIENTE PIÙ CALDO O PIÙ FREDDO RISPETTO AL REALE.”
H. FRIELING, X. AUER
La chiesa, risalente al secolo XI nell’arco della sua storia è stata ricostruita più volte, poiché Mirabella Eclano si trova in una delle aree più sismiche d’Italia, l’Irpinia e per questo l’edificio versava in condizioni di deterioramento. Nell’ambito dell’indagine pre-progettuale, volta ad identificare gli archetipi cromatici della chiesa non è stato possibile reperire tracce dei pigmenti originari, nè tantomeno fonti documentarie affidabili.
Rilevata l’impossibilità di procedere ad un restauro coerente con lo stato di fatto, IACC Italia formula una ipotesi progettuale basata sugli effetti psico-fisiologici del colore che viene sottoposta al vaglio della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino. Il progetto di restyling cromatico viene approvato nella sua sostanziale ambientazione contemporanea. Bisogna tener presente che in una chiesa le funzioni religiose possono durare anche più di un’ora e un contesto cromatico favorevole – infatti gli edifici sacri sono stati sempre ricchi di colore- rappresenta, dal punto di vista fisiologico, un fondamentale supporto alla concentrazione e alla partecipazione. Proprio per questo il progetto si basa su osservazioni scientifiche che analizzano tutte le componenti che concorrono a garantire un rapporto equilibrato tra luce (naturale e artificiale) e colore. Nel rispetto della valenza culturale e monumentale di questo antico luogo di culto, il progetto si limita a interventi mirati e puntuali con l’obbiettivo di pervenire a un risultato che non sia solo esteticamente piacevole ma che anzi, andando verso un più esteso concetto di serenità fisica e spirituale, possa supportare al meglio le funzioni religiose.
La tavolozza scaturisce dall’elaborazione delle informazioni desunte dal contesto attuale ed è formulata sulla base dei colori degli affreschi presenti nella parte alta della navata centrale e dai dipinti posti sul soffitto realizzati nel 1749 a tempera da Giuseppe Tomaioli che Luigi Vanvitelli definì “uno dei migliori pittori del Regno”.I colori tratti dai dipinti sono stati prima schiariti e desaturati e poi ordinati seguendo una modulazione progressiva. Il progetto cromatico assume una valenza culturale e simbolica poiché segue un ideale percorso spirituale rappresentato in termini cromatici dal graduale passaggio di temperatura del colore che conduce al cristo ligneo dell’XI secolo collocato nell’abside, metafora del passaggio dalla carne (colori caldi) allo spirito (celeste) attraverso tutti i suoi gradi intermedi. L’obiettivo è generare un clima cromatico naturale, armonico e cangiante, ottimizzando la percezione dei volumi, della temperatura e della stima del tempo per ottenere, anche dal punto di vista fisiologico, condizioni idonee al raccoglimento e alla preghiera in tutte le stagioni e in ogni momento della giornata.
SANTA MARIA MAGGIORE
RIQUALIFICAZIONE CROMATICA DEGLI INTERNI DELLA CHIESA MADRE DI MIRABELLA ECLANO (AV), 2010 STUDIO MASSIMO CAIAZZO, ARCH GIUSEPPE ALBANESE, SIKKENS
TEAMWORK:
Ideazione; coordinamento; progetto del colore e concept dell’illuminazione: prof. Massimo Caiazzo, IACC ITALIA
Direzione lavori; gestione fonti documentarie e rappresentazioni grafiche: arch. Giuseppe Albanese
Sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino
Consulenza culturale: Armando Fagotto
Consulenza tecnica: Giuseppe Fischetti
Realizzazione: Impresa Battista e Antonio D’Andrea per Capossela restauri
Elettricista: Nicola Vecchia
Fotografie: Saverio Mauriello