Ricostruire dopo il terremoto. Il caso Arquata del Tronto

Architetti e docenti a confronto su prevenzione e gestione del dopo sisma

Come si ricostruisce un territorio all’indomani di un terremoto devastante? Come si possono salvaguardare, nel corso della ricostruzione, identità e caratteri originari che si sono stratificati sul territorio nel corso di secoli?

La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, a poco meno di quattro anni dal sisma che ha devastato l’Italia centrale, chiama a raccolta architetti, docenti ed amministratori per riflettere sul futuro di Arquata del Tronto, il piccolo comune in provincia di Ascoli Piceno, tra i più duramente colpiti dai tragici eventi del 2016.

Appuntamento il 2 luglio 2020 alle ore 16.00 sulla piattaforma e learning della Fondazione con Progetti per Arquata. Riflessioni sulla prevenzione, una tavola rotonda on line, con la partecipazione dei più importanti esperti di restauro e conservazione architettonica, che prenderanno in esame il caso particolare del piccolo centro marchigiano.

Apre l’incontro Carla Di Francesco, commissario straordinario della Fondazione che dopo i saluti lascerà la parola al moderatore dei lavori Carlo Birrozzi, direttore dell’Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD).

In particolare, saranno tre i progetti presi in esame: le linee guida per il recupero di Arquata redatte dall’Università Roma Tre, lo studio sui territori danneggiati realizzato dall’Università di Camerino, il progetto di restauro di San Francesco a Borgo di Arquata del Politecnico di Milano.

“I progetti costituiscono un possibile metodo di lavoro, nel rispetto della tradizione italiana sul tema della conservazione e restauro del costruito storico: conoscenza come ineludibile base di ogni intervento” spiega Birrozzi. “Il lavoro realizzato ad Arquata a seguito del sisma dovrebbe essere esteso in modo preventivo a tutti quei centri che abbiano interesse storico, come forma di documentazione e conoscenza”.

Tra gli interventi, da seguire la relazione di Elisabetta Pallottino, ordinario di Restauro architettonico all’Università di Roma Tre, che farà il punto sul tema: “Ricostruire dopo i terremoti: orizzonte ontologico e orizzonte percettivo”.

Michele Zampilli, docente al Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, e Giulia Brunori, dottoranda in “Architettura: innovazione e patrimonio” della stessa università, si confronteranno invece su “Ricostruire Arquata. Ricerche, rilievi e restituzioni virtuali dei centri storici del Comune di Arquata del Tronto per la redazione di linee guida ai piani di recupero e ricostruzione”.

Enrica Petrucci, ricercatore in Restauro architettonico dell’Università di Camerino, proporrà una riflessione su “I territori danneggiati dal sisma: nuovi livelli di conoscenza per l’area di Arquata del Tronto”. Infine, Alberto Grimoldi, ordinario di Restauro architettonico al Politecnico di Milano, e Angelo Giuseppe Landi, ricercatore in Conservazione dei Beni architettonici del Politecnico, dialogheranno su “Materia e identità: strategie di conoscenza e tutela, progetti per la Rocca e la chiesa di San Francesco ad Arquata del Tronto”.

A conclusione dell’incontro, riflessioni affidate a Giovanni Legnini, Commissario straordinario per la ricostruzione nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, che ha organizzato l’evento, è un istituto di formazione, ricerca e studi avanzati fondato dal Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo con la missione di valorizzare le risorse umane operanti nella gestione del patrimonio culturale.

Iscrizione gratuita e libera fino ad esaurimento posti disponibili su:

https://fad.fondazionescuolapatrimonio.it/login/

Domenico Nucera
Ufficio stampa

 

le foto per gentile concessione della fondazionescuolapatrimonio

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