Tempo di Presepi
Natale: nelle case, nelle chiese, negli uffici, in luoghi pubblici e privati si ricorda la venuta del Salvatore, il rinnovamento dell’Alleanza in modo grafico, evidente, plastico. La tradizione del presepe. Presepe: luogo umile, recinto per le pecore. Luogo dove troviamo il Bambino a ricordarci la forza autentica della verità e dell’umiltà del servizio, al di là delle illusioni di potere, sgargiante quanto caduco, che il recinto globale mass-mediatico ci presenta ogni giorno. Ecco dunque il presepe natalizio, segno di contraddizione, anelito di vita nuova. Con l’auspicio che resti nel tempo, nel cuore di ognuno di noi.
A Bologna, presso il Santuario di Santa Maria della Vita (V. Clavature 10) da sabato 14 dicembre è esposto il Presepio del Settecento Bolognese, allestito nell’altare di San Girolamo. Rimane visibile fino a lunedì 6 gennaio.
Il gruppo è composto da pezzi di epoche e mani diverse, come appare dalla differenza dei formati e della qualità esecutiva. Tutte le statue sono realizzate, secondo la tradizione bolognese, con la creta. Si tratta di uno dei rari esempi superstiti dei grandi presepi destinati a luoghi di culto e a committenti aristocratici, prodotti durante il Settecento.
Opera di veri e propri artisti, spesso gli stessi che realizzavano le decorazioni in stucco degli scaloni gentilizi e degli altari delle chiese, i presepi di grande formato sono stati attribuiti scultori quali: Giuseppe Maria Mazza, Angelo Piò e suo figlio Domenico, Filippo Scandellari, Clarice Vasini, Giacomo De Maria, Giovanni Putti e Pietro Righi.
Numerose statue di questo presepe possono essere riferite alla mano di Giacomo De Maria, Professore di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti, primo artista bolognese a frequentare lo studio romano di Antonio Canova. Sono sue le figure monumentali sedute, che inquadrano la scena come delle quinte: alcuni pastori dalle anatomie particolarmente accurate, lo splendido angelo inginocchiato, con le ali semiaperte che ancora conservano una raffinata policromia e la figura della Madonna, ripiegata sul Bambino deposto nella mangiatoia, come a circoscriverlo in un tutto unico, tipico della tradizione del presepe bolognese.
Al vertice della composizione – ricca pastori e zampognari, contadine, donne e uomini che accorrono con sporte di giunchi intrecciati piene di frutta, pollame e uova, giovani alla moda, uomini dagli sguardi semplici che affogano la fatica quotidiana nel vino e si addormentano al margine della strada, Magi dall’abbigliamento esotico e colorato – spicca la Sacra Famiglia. La Madonna fa gruppo con il Bambino posto nella mangiatoia; San Giuseppe, maturo, ma vigoroso, è commosso davanti a quella nascita straordinaria, si pone la mano sul petto ed esprime la sua adorazione. Si inginocchiano nel gesto dell’Adorazione gli umili pastori che portano anche loro la mano al petto, altri, poveri e semplici, avanzano togliendosi il cappello di fronte al bambino.