La cattedrale di Santa Maria Assunta di Novara è un grandioso edificio realizzato in stile neoclassico nella seconda metà dell’Ottocento su progetto di Alessandro Antonelli. Inserito in un complesso di edifici monumentali ad essa collegati, l’attuale chiesa sorge sul luogo del precedente duomo romanico risalente ai secoli XI e XII, a sua volta costruito sulle vestigia dell’antica basilica urbana del V secolo. Della cattedrale romanica sono rimasti il massiccio campanile – sebbene la cella campanaria e la cuspide siano seicentesche – alcuni arredi, alcune pitture, l’antica cappella affrescata di San Siro e una parte del pavimento a mosaico del presbiterio.
Il progetto di Alessandro Antonelli, maestro del Neoclassicismo italiano, coinvolgeva non solo il rifacimento del duomo ma anche il suo inserimento nell’urbanistica della città: Antonelli realizzò un porticato rivolto verso la piazza e delimitato con un ampio colonnato. Intervenne anche sul quadriportico romanico, rafforzando la relazione fra la chiesa e il tessuto urbano che l’accoglie.
L’edificio è introdotto all’esterno da un pronao ritmato da colonne di ordine corinzio giganti fra le più maestose che vi siano in Europa. Attraversandolo, si è condotti in un’aula ripartita in tre navate, sostenute da imponenti colonne in stucco marezzato e coronate da capitelli corinzi. La navata centrale è coperta da un’ampia volta a botte poggiante su un cornicione decorato da ovali con busti di Santi novaresi dello scultore Giuseppe Argenti. Le navate laterali presentano invece copertura a calotta in ogni campata. Seguendo tale passo si è condotti alla zona presbiteriale dove si è accolti da un arco trionfale adorno di vittorie alate, con al centro una finestra circolare di vetro istoriato raffigurante l’Assunta.
Il complesso del duomo è stato oggetto di un necessario restauro che ha interessato per lunghi anni l’esterno, dedicandosi poi nel 2011 al risanamento degli apparati decorativi interni della chiesa. A completare l’opera la progettazione di una nuova luce per la cattedrale di Santa Maria Assunta, affidata al lighting designer Andrea Carson, selezionato nel 2020 fra i migliori quaranta lighting designer under 40 al mondo e fondatore di Luminum Smart Heritage.
Sin dalle prime fasi progettuali il team di Luminum ha studiato come sensibilizzare e rendere partecipi i fedeli di questa importante iniziativa. Ha coinvolto il territorio ricevendo un’ottima risposta, grazie anche al supporto della Conferenza Episcopale Italiana, della Fondazione Comunità Novarese e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
La cattedrale presentava un impianto luminoso obsoleto, non più adeguato alle celebrazioni del culto e alla valorizzazione degli spazi e delle innumerevoli bellezze che la chiesa contiene. Fra queste risalta l’altare maggiore, costruito tra il 1832 e il 1836, una delle opere neoclassiche migliori di Antonelli per la sua eleganza e duttilità: oltre a fungere da punto focale della cattedrale, riempie in modo raffinato lo spazio tra presbiterio e coro. L’altare è costituito da 377 blocchi di marmo proveniente da Verona, Carrara e Varallo, in Valsesia. Antonelli affidò le parti ornamentali ai migliori artisti dell’epoca di scuola milanese e romana, tra cui lo scultore danese Bertel Thorwaldsen.
Il primo intervento del nuovo progetto luminoso fu dedicato al crocifisso ligneo del XV secolo, posto sopra l’altare, un elemento di grande pregio e non illuminato dal vecchio impianto. L’illuminazione del crocifisso è stata finalmente accesa nel 2018, in occasione dell’inaugurazione delle volte restaurante, grazie all’ideazione di una soluzione temporanea: quella di porre fari custom con ottiche dedicate e una temperatura di 3200 K che hanno valorizzato il contrasto tra l’oro e il blu della trama che decora il crocifisso, annunciando ai fedeli e alla cittadinanza l’avvio del progetto per la nuova veste luminosa del duomo.
Durante la fase di progettazione – durata circa un anno e mezzo – sono stati rilevati e mappati gli impianti e le molte opere del duomo, costruendo una simulazione tridimensionale dell’intero bene che ha permesso di dare vita in anteprima diversi scenari di luce.
Il dialogo con i celebranti è stato fondamentale per individuare le problematiche e le necessità delle diverse funzioni ed iniziative che qui si svolgono, consentendo di elaborare proposte e strategie per meglio rispondervi. La cattedrale è infatti la “chiesa madre” della diocesi e qui si celebrano le più importanti funzioni, ciascuna con le proprie esigenze luminose. In seguito, l’analisi dei flussi di persone, delle aree di permanenza e dei percorsi di visita ha permesso di studiare ulteriori scenari per la fruizione del bene durante tutto l’anno. È stata inoltre prestata particolare attenzione al modo in cui la luce naturale interagisce con le opere e i volumi nelle diverse fasi del giorno, così da equilibrare i tocchi di luce e non perdere la concezione luminosa data da Antonelli allo spazio.
Il progetto ha coinvolto in un dialogo costruttivo anche gli organi di tutela del patrimonio diocesani e ministeriali per individuare soluzioni che maggiormente rispettassero le esigenze del luogo. La risposta studiata ha visto l’utilizzo di apparecchi gestiti tramite un sistema DALI (Digital Addressable Lighting Interface) progettato su misura. Questo sistema consente la gestione di ogni singolo punto luce e lascia la possibilità di essere configurato in futuro in base alle mutate esigenze di progetto. Attualmente sono proposti diciassette scenari complessivi che coprono le esigenze di culto – dalle grandi celebrazioni a quelle feriali – e di valorizzazione turistico-culturale, come eventi divulgativi ed artistici, concerti e conferenze. Sette ulteriori scenari permettono di gestire singole aree interne e la manutenzione.
Dopo diversi test e prove luci è stata individuata una combinazione di ottiche e di chip LED con CRI differenziati (Colour Rendering Index), la cui calibratura e bilanciamento ha reso possibile il dialogo fra le diverse cromie dello spazio interno, dai mosaici antonelliani agli affreschi delle volte, dal bianco e nero della pavimentazione all’ocra delle colonne fino alle finiture in marmo, combinando le diverse rese ottiche e creando un effetto di sfumatura tra le aree con forti disparità cromatiche.
Ogni scenario configurato invita oggi i fedeli e i turisti verso un percorso grazie ad ottiche spot che focalizzano l’attenzione su particolari e dettagli dei gruppi statuari e degli affreschi ottocenteschi. I proiettori sono stati integrati con lenti ellittiche per la valorizzazione delle fasce di busti dei santi nella navata centrale, valorizzando i forti contrasti delle sculture, mentre filtri custom sono stati utilizzati per i proiettori dedicati agli altari e al presbiterio, in modo da evitare abbagliamenti e fastidi visivi durante le funzioni e garantire coefficienti di illuminazione che permettano una corretta visibilità sui banchi per i fedeli.
Il nuovo impianto ottimizzato tramite il sistema domotico ha portato anche ad una consistente riduzione dei consumi. Rispetto alla configurazione precedente si è passati da un consumo complessivo di circa 20 KW a meno di 5 KW per le grandi celebrazioni, arrivando persino 3 KW con gli scenari diurni di valorizzazione.
La nuova illuminazione è stata terminata a Febbraio 2021 e inaugurata – per quanto possibile a causa dell’emergenza sanitaria in corso – alla presenza del Vescovo della diocesi di Novara, Mons. Franco Giulio Brambilla. Il progetto è stato presentato alla città attraverso la realizzazione di un video con scenografiche riprese aeree dell’interno della cattedrale.
Andrea Carson
INFO
Committente: Ente Chiesa Cattedrale di Novara
Periodo: 2019-2021
Progetto Illuminotecnico, Domotico e Coordinamento: Luminum Smart Heritage – Andrea Carson
Direzione Lavori e Sicurezza: Studio Rossaro Brustia
Sito. www.luminum.it
Foto a cura di Luminum, tutti i diritti Riservati